lunedì 29 ottobre 2012

Bologna-Inter 1-3



E sono otto. Tutte le trasferte le abbiamo vinte quest’anno. Quattordici gol fatti e 2 subiti. Siamo partiti per giocarci un campionato tranquillo e puntare alla zona champions. Per adesso stiamo andando oltre le più rosee aspettative ma basterebbero un paio di scivoloni per tornare con i piedi per terra. La cosa che più mi colpisce e fa ben sperare e che  i giocatori soffrono e se la godono. Lottano su tutti i palloni e si abbracciano felici, segno di un gruppo solido e unito. Strama sta facendo un ottimo lavoro ed è maniaco dei dettagli. Per adesso va benissimo così.   
La Partita:
Scendiamo in campo con un 3-5-2. Il gol di Ranocchia ci permette di giocare nel migliore dei modi. Il Principe e Palacio si intendono e si trovano. I tre centrali crescono di partita in partita. In mezzo al campo Mudi, Garganella e il Cuchu, corrono e fanno muro; Zanetti e Mototopo presidiano le fasce e soprattutto il Giapponese sembra essere tornato il motorino visto lo scorso anno. Soffriamo un po’ e concediamo troppi traversoni in area ma anche quando il Bologna accorcia le distanze riusciamo a reagire con un gol da antologia, cinque tocchi di prima e pallonetto sotto la nostra curva. Da brividi. Il Bologna non ha giocato male ma l’Inter operaia e solida che sta creando il mister riesce sempre ad alzare un muro invalicabile. E infatti abbiamo la miglior difesa del campionato. Con l’infortunio di Coutinho, senza l’Olandesina e con questo Alvarez purtroppo la fantasia latita. Adesso ci aspetta la Doria mercoledì sera. Sono tre punti difficile ma fondamentali per non perdere terreno con gli ipnotizzatori di guardalinee. Sabato vorrei arrivare al Conat Stadium con lo stesso distacco di oggi. E magari abbattere il record di imbattibilità che i gobbi stanno trascinandosi da troppo tempo. Sognare non costa nulla.
La Trasferta:
Partenza alle 9 da Gallarate. Pullmino esaurito un po’ come i suoi occupanti. A bordo abbiamo tre battesimi da trasferta. Il Brillo che non ha dormito per tutta la settimana, l’Ale che dopo l’Appiano Day vuole provare un altro brivido e il Luca, nuovo arrivato (benvenuto!), munito di bandiera e dodici tra maglioni e giubbini per combattere il freddo. Ci sono l’Alfiere che non ha dormito per tutto il viaggio .. un record, il Dario arrivato già sanguinante e pieno di cerotti perché a trent’anni ancora non sa farsi la barba o forse per il terrore di arrivare in ritardo, Il Presidente che cerca di asciugare il neo arrivato parlando di tattica e di materassi fino a Parma, la Carmen che complice il solito battibecco pretrasferta inizia a parlare a Melegnano, la Manu che si gode il posto vip del furgone e infine il sottoscritto che si gode l’allegra e variegata compagnia. Il tempo che ci accompagna è tremendo, come da previsione, e infatti partiamo premuniti di cambio totale di vestiti oltre che di cibo in abbondanza. Arriviamo a Bologna alle 12 e troviamo un bel parcheggio con tettoia dove consumiamo il primo pasto della giornata. Pane, salame, dolce offerto dal Brillo che promette una megatorta del Bianchi e si presenta con una crostata del Mulino Bianco. Caffè, pipì di rito e via verso la stadio.

 Passiamo 4 ore sotto un diluvio pazzesco ma il risultato ci ripaga di tutto. Appena entrati il Brillo mi fa una domanda che ancora adesso solo a pensarci rido: "ma Gianni Morandi dove si siede?". Fantastico. Il Presidente è l’unico con l’ombrello perché non si può spettinare e cambia continuamente posto perché è ancor più riconoscibile quando gli urlano che deve cantareeeee!! 

 Il gol del tre a uno è spettacolare e ce lo godiamo abbracciati e bagnati fradici. Possiamo tornare al furgone dove improvvisiamo un autentico streeptease per cambiare tutto quello che è possibile, calze e mutande comprese. Facciamo in tempo anche ad essere il primo mezzo delle decine di pullman, furgoni e macchine di tifosi nerazzurri, che la Polizia scorta in corteo per le vie di Bologna fino all’autostrada. Una figata … davanti a noi solo la Pula che blocca tutto il traffico, ingresso autostradale compreso e dietro di noi tutta la carovana neroazzurra (circa 5000 persone) che ci segue fino al casello. Dopo una sosta in autogrill usciamo a Parma e troviamo una tranquilla trattoria.

Pizza, pasta, dolci e ammazzacaffè stupefacente (quando c’è l’alfiere non manca mai!!).

La Carmen sembra apprezzare. Alle 22.30 siamo a Gallarate stanchi ma contenti. Tutto è andato a meraviglia e neanche il maltempo ci ha rovinato questa ennesima stupenda trasferta. Un grazie di cuore a tutto il gruppo che mi ha accompagnato.
IC Besnate sempre presente.  E adesso … tutti a Torino!!   
  

venerdì 26 ottobre 2012

Inter - Partizan 1-0

E’ l’Europa League,  si gioca alle 19, i giornali da giorni non parlano d’altro che della guerra che scoppierà a San Siro per l’arrivo dell’esercito serbo, tra l’altro spalleggiato dalla curva rossonera. Nella formazione iniziale pare giochi Jonathan. Insomma mi aspetto uno stadio deserto e scontri ovunque. Ma come al solito niente di tutto questo. A San Siro ci sono 18500 paganti, 4200 serbi e almeno il 50% degli abbonati che entrano gratis. Facendo due conti circa 35000 persone. Tanta roba. Noi siamo diversi.
Stramaccioni anche ieri ha dimostrato di saperci fare. Ha perso Nagatomo nel pomeriggio per una indisposizione, concede il riposo a Ranocchia, Samuel, Zanetti e Milito e perde anche Coutinho toccato dura ad una caviglia. Applica due moduli: in fase di possesso è un 3412, mentre è 442 in fase di non possesso. Ma la squadra mantiene una sua logica e non si scompone mai. Merito di una serenità ritrovata. Il pubblico dovrebbe capirle queste cose ma invece cerca sempre uno o più bersagli. Da ieri è entrato anche Guarin oltre che al Gabbiano nelle mire del primo rosso. Contenti loro.
Inter-Partizan comunque è tutta in un minuto.
E’ il 42′ della ripresa quando i serbi, partono tre contro tre in contropiede e, complice la scivolata di Silvestre, piazzano Markovic davanti ad Handanovic. Samir compie una parata mostruosa, anticipando il tuffo e chiudendogli lo specchio. (Io questo Markovic inizierei a trattarlo per poi chiaramente farmelo fottere dal PSG che offrirà il quadruplo … ma almeno così facendo potremmo mantenere una nostra coerenza!)
E’ un momento fortunato e infatti sul capovolgimento di fronte il Principe si allarga a destra, piazza un cross teso a centro area dove Rodrigo solissimo schiaccia verso Petrovic che non risponde al miracolo del collega. La gioia è tale da farci dimenticare le occasioni buttate da Coutinho, Palacio e Cassano fino ad allora.
E’ così ci portiamo a casa  la sesta consecutiva tra campionato ed Europa League, è l’1 a 0 che chiude il discorso qualificazione perché potremo gestire ben 6 punti di vantaggio su Partizan e Nefcthi nel girone di ritorno. Considerando che dovremo ospitare gli azeri a San Siro, ci basterà un punto nelle altre due trasferte per centrare l’obiettivo, possibilmente facendo ancora ricorso al turnover.
Un pensiero alla curva dei nostri cugini che oltre a farsi prendere per il culo dal loro presidente stanno diventando una barzelletta nel panorama ultras italiano. Non bastano le batoste nei derby degli ultimi anni in campo e sugli spalti. Ieri hanno pensato bene di gemellarsi con i serbi ma come prontamente recitava uno dei tanti striscioni apparsi in curva “ il coraggio non si compra con un gemellaggio”. Il patto di non belligeranza che da più di vent’anni vigeva a Milano si è rotto. Il prossimo derby non sarà così tranquillo.
Adesso testa a Bologna. Ci aspettano freddo e pioggia e lo stadio è scoperto. Ma noi ci saremo e al gran completo. Come sempre. Dovunque contro chiunque. Uniti, fieri mai domi.

giovedì 25 ottobre 2012

Ivan il terribile




Pensi di farci paura?



In un mondo che gioca a denari
c'è ancora chi carica a bastoni
Sempre presenti...
dovunque contro chiunque.

lunedì 22 ottobre 2012

Inter - Catania 2-0

E’ vero, il bel calcio è un'altra cosa, però fa bene vincere e non subire gol. Dopo Inter-Siena, adottata la difesa a tre  abbiamo giocato cinque partite subendo 2 soli gol, entrambi a punteggio acquisito. Cinque partite in cui non siamo mai andati in svantaggio e non siamo nemmeno mai stati raggiunti.  Sì è vero che abbiamo affrontato due squadre candidate alla retrocessione: Chievo e Milan,  ma il cambio di passo è stato evidente. A Strama va dato atto di aver preso una decisione drastica senza perdere ulteriore tempo. Gli sta andando bene e forse se lo merita anche perché cambia continuamente formazione a seconda degli avversari e i risultati gli danno ragione.
Siamo più solidi e ci assiste un po' di fortuna. Ieri il Catania ha sbagliato 2 gol fatti e Guarin stava combinando la frittata con quel rigore inutile. Mancano però ancora trenta partite alla fine e tutto può succedere nella lotta per la zona champions (lo scudetto non è roba nostra). E io mi ricordo ancora la faccia di Ranieri che ride dopo le 7 vittorie di fila dello scorso anno. Diciamo che sono sereno, l'Inter è nel gruppetto di testa e le cose avrebbero potuto andare ben peggio di così per una squadra così tanto rinnovata. Domenica prossima torna l'ora solare e pare che a Bologna ci aspetti una giornata di freddo e pioggia. Io e i miei compagni di gradinata ci saremo al gran completo.
Per concludere, segnalo il gol meraviglioso di Palacio e le superbe giocate di Cassano; inoltre volevo porgere le mie scuse a Esteban Cambiasso, che avevo già dato per assunto dalla polizia municipale di Milano e invece sa ancora fare molte cose oltre che dirigere il traffico.
Bentornato Cuchu

mercoledì 17 ottobre 2012

Stramalo!

In questi giorni senza calcio giocato (per fortuna per un po' di mesi non ci saranno soste per le nazionali), il nostro mister ha affrontato il corso per l'ottenimento del patentino di 1° grado e ha soprattutto rilasciato interviste a giornali e tv oltre a interventi presso le radio più importanti delle nostre frequenze (su deejay non passa giorno senza un suo intervento o del suo imitatore!!). Sta diventando un personaggio pubblico e sembra piacergli. Non ho ancora capito se è una strategia della società ma sono certo che è molto pericoloso, soprattutto in caso di risultati negativi. Comunque per adesso godiamoci il momento e la ventata di aria nuova che Strama ha portato nel nostro campionato. Moratti gongola perchè la scelta è stata unicamente sua. Tra le varie interviste il mister si è anche recato nella tana del nemico ... Tuttosport. Di seguito riporto la lunga chiaccherata in modo da conoscere ancora di più  il personaggio Stramaccioni:

L’OBIETTIVO
“Il nostro obiettivo è fare risultati. Ma la nostra difficoltà è crescere all’interno dei risultati. Io so che a Torino o a Verona non siamo stati spettacolari, ma abbiamo vinto seguendo un certo tipo di gioco. Mio nonno diceva: prima impari l’alfabeto, poi le parole, gli aggettivi, i verbi e infine fai le frasi. Ma se vuoi fare subito le frasi, fai fatica… Quindi bisogna seguire due binari: uno che dà sicurezza, l’altro dove si prova qualcosa di nuovo. Bisogna andare avanti parallelamente, perché se si segue solo il binario della sperimentazione, prendi una sventrata che non finisce mai.” 
JUVENTUS-INTER
Io ne faccio un discorso poetico. Innanzitutto stiamo parlando di sport: il calcio in Italia ha una connotazione individuale-sociale. La rivalità è bellissima, se è positiva. È sfotto, presa in giro. Il lunedì ti diverti con l’avversario di tifo. Che esistano due squadre, due società, due tifoserie rivali, è bellissimo e fa parte del gioco. C’è nel basket Nba, c’è in tutte le città d’Italia. Ovviamente Inter e Juventus, assieme al Milan, hanno vinto di più. Questa è la parte bella e sana. Io rappresento l’Inter, sono rivale della Juventus. Oggi tecnicamente la Juventus ha dimostrato che noi dobbiamo colmare una differenza enorme, però non sarà una partita come le altre. Dentro questi binari la rivalità mi piace, fuori no. Non mi è simpatica la Juve perché alleno l’Inter. Se è un modello? De che?” 
JUVENTUS STADIUM E CONTE
“L’unica cosa su cui si può prendere spunto è lo stadio. In questa cosa sono stati precursori, lo Juventus Stadium è stato un passaggio importante. Ora abbiamo un progetto noi, lo hanno altri club, il calcio va verso questa strada. Per il resto non mi viene in mente niente in cui la Juventus sia arrivata prima. Conte? I risultati parlano per lui. Ha avuto l’intelligenza di cambiare, aveva in mente una squadra, ha modificato in base ai feedback che gli arrivavano dal campo.” 
LA DIFESA A 3 E GASPERINI
“Già dalla partita con la Roma avevo in mente di giocare a tre. Perso Maicon, avevo capito che questo organico sarebbe stato più a suo agio con i tre dietro. Soprattutto per i difensori centrali e per i terzini, ma anche per l’assenza di esterni alti e la tipologia dei centrocampisti. Differenze con Gasperini? Sono sicuro che il presidente non ha preclusioni sulla difesa a 3. Io, prima di farla, gliel’ho chiesto, Moratti ha avuto altre difese a tre: Simoni, Zaccheroni. Non è poi che ci siano tanti sistemi: a 4 o a 3, che è uguale a 5. Io non so cosa abbia portato al non funzionamento con Gasperini che per me è uno dei più preparati. Lo conosco bene, ho lavorato con lui a Crotone. Chi lo ha preso, sapeva cosa faceva Gasperini. Sono convinto che se avesse avuto più possibilità, avrebbe messo in campo qualcosa di buono. Poi l’Inter ha fatto le sue valutazioni e il presidente ha fatto bene perché la squadra è sua”. 
IL MERCATO DI GENNAIO
E’ normale che, trattandosi di un progetto nuovo, sia genetico dover migliorare nei vari reparti. In estate non abbiamo preso nessun giocatore che non volevamo, questo voglio dirlo chiaramente. Ma è evidente che l’organico possa essere perfezionato. Tranne Juventus e Napoli, tutte possono perfezionarsi, però le basi per il progetto sono state gettate. Abbiamo in testa degli obiettivi.” 
ROSSI E PAULINHO
“Conosco Giuseppe Rossi da quando il suo gruppo degli ’87 con il Parma vinse lo scudetto. Lui era l’attaccante, in coppia con Lupoli. E’ un talento incredibile. Gli auguro di stare bene, di tornare e non avrà problemi a trovare una grande squadra. Paulinho? Rappresenta uno dei centrocampisti brasiliani più interessanti, in ascesa. Eì un centrocampista centrale che può giocare sia in una mediana a due, sia da interno in una linea a tre. Ha le capacità di fare gol, ha tempi di inserimento particolarmente pericolosi e abbina qualità nel recupero palloni. L’abbiamo seguito noi e altri club, ma ora è del Corinthians ed è giusto che sia concentrato sul mondiale per club.” 
DA LAVEZZI-LUCAS A CASSANO
La genesi che ha portato l’Inter e me a considerare l’acquisto di Antonio è stata molto lineare. Io avevo in testa una squadra inizialmente con degli obiettivi che per un motivo e per un altro sono sfumati. Non per colpa dell’Inter che ha lavorato benissimo ma perchè il mercato ha le sue dinamiche e lo sceicco ha deciso di fare lo sceicco quando ho iniziato ad allenare io e ha comprato tutti quelli che volevamo anche noi: prima Lavezzi e poi Lucas. Nel momento in cui la costituzione della squadra è sfumata con due esterni di dimensione come li volevamo noi ci siamo orientati su un giocatore con caratteristiche di seconda punta. Valutando il mercato, dopo essermi confrontato col Presidente e con Branca e Ausilio abbiamo deciso di intavolare questa trattativa col Milan.” 
LA GESTIONE DI CASSANO E BALOTELLI
“E’ una fantadomanda. Io ho un debole e ce l’ha anche il presidente per i giocatori di grandissima qualità. Antonio l’avevo conosciuto prima che arrivasse all’Inter. E questo è stato fondamentale, decisivo per il suo arrivo. Mario, a parte una stretta di mano il giorno della mia presentazione ad Appiano Gentile, non posso dire di conoscerlo. Quindi sarebbe un’operazione differente. La maggior parte delle cose che dice Antonio sono battute, compresa quella sugli juventini-soldatini. Ma anche sul golf: oggi all’allenamento gli ho detto ‘ma tu sai che vengono i golfisti ad Appiano? Fra tutte le categoria di sportivi che potevi colpire da Fazio, proprio con loro dovevi prendertela?” 
SNEIJDER NON E’ UN PROBLEMA
Innanzitutto non lo vedo come un problema, mi viene da sorridere. Per esempio, ci fosse stato contro la Fiorentina, avrebbe giocato dove ho messo Coutinho. Quando tornerà potrà giocare in diversi ruoli, la sua collocazione ideale è trequartista nel 4-2-3-1 ma può farlo nel rombo oppure giocare, come in nazionale, terzo di sinistra a centrocampo”. 
EUROPA LEAGUE
E’ uno stimolo, ci tengo. In questo momento sto cercando di capitalizzare i giocatori che ho a disposizione. Se poi andremo avanti, vedremo… Certo, se arriveremo a giocare il giovedì contro il Manchester e la domenica contro il Milan per lo scudetto, allora dovrò fare delle scelte. Ma per adesso è un discorso prematuro.” 
LOTTA SCUDETTO
“Sono due discorsi: uno è un discorso di blasone. Nel senso che io credo che una società come l’Inter debba geneticamente puntare al massimo e quindi secondo me quando ti chiami Inter è giusto puntare ad arrivare in fondo e cercare di fare il meglio possibile in ogni competizione. Per me che sono l’allenatore di un gruppo di calciatori di un nuovo ciclo, non è intelligente in questo momento parlare di un obiettivo come lo scudetto o come la coppa. Noi dobbiamo avere chiaro in testa che dobbiamo migliorare gara dopo gara seguendo un percorso. Quando guarderemo la classifica a Marzo e Aprile poi vedremo. E’ giusto parlare di grandi obiettivi, ma dico che oggi non è intelligente parlare di scudetto per la mia squadra.” 
PARAGONE RIDICOLO CON MOU
“Il paragone da allenatori è ridicolo perchè io ho fatto 10/15 partite in Serie A. Lui ha vinto in quattro stati diversi. Non ha senso. Ovviamente vengono riprese delle parole di calciatori e del mio Presidente che hanno notato delle cose simili che a me riempiono di orgoglio, ma il paragone fra gli allenatori fa ridere. Io penso di poterla definire ridicola perchè non ha senso. Questo ha vinto tutto e ovunque.” 
L’ESULTANZA NEL DERBY
“Se ho preso lezioni su come esultare dopo le partite? In quell’esultanza dopo il derby non c’era mancanza di rispetto per nessuno. Le parole di Preziosi? Io ci ho letto un complimento: non doveva esultare così, però sta facendo bene. Comunque ho festeggiato in quel modo perché cerano tanti significati: come eravamo arrivati al derby, il fatto di giocarlo in casa loro, tutta la ripresa in dieci. E poi, visto che i tifosi ci sono sempre stati vicini, volevo dir loro che avevamo vinto assieme”. 
IL RAPPORTO CON MORATTI
“Per me è una persona intelligentissima ed è anche un grande conoscitore di calcio, inteso come terzino, diagonale, eccetera. Con lui posso parlare pure di tattica in senso stretto. Ha una grande preparazione e con lui riesco a parlare benissimo. In altri contesti, magari il presidente è un grandissimo tifoso, ma di calcio ci parli fino a un certo punto. Poi lui ha le sue idee, a volte crede in un giocatore più di quanto non ci creda io e viceversa. Però per me la sua competenza è stata una sorpresa. Immaginavo presidenti più distaccati, invece. Con le partite, con le sconfitte, il nostro rapporto è cresciuto. Il presidente era stato incuriosito dalla Primavera. Anche perché da un po’ si parlava di me: basti pensare che l’anno prima, nella trattativa per Burdisso alla Roma, l’Inter chiese otto milioni più Stramaccioni, una cosa che mi sembrava da fantacalcio. Poi l’anno dopo sono davvero arrivato. E Moratti, oltre a essere incuriosito dai sette gol presi a Londra contro il Tottenham, da novembre in poi ha iniziato a chiamarmi. La prima volta dopo la partita con lo Sporting Lisbona: subito ho pensato ad uno scherzo. Invece era davvero lui. Nelle ultime partite mi si è messo dietro alla panchina. Il mio secondo mi ha detto è dietro la panchina, non la vuole vedere la partita, ma sentire quello che dici tu. E poi quando Moratti aveva quasi deciso di promuovermi in prima squadra, il lunedì dopo la vittoria alla Next Generation, mi chiama Ausilio, con il quale ho un grandissimo rapporto. Anzi, di più: se sono all’Inter è merito suo. Ma quella mattina mi disse: guarda che se il presidente fa questa cazzata, mi raccomando digli di no. Lui, che mi vuole bene, pensava che in quello spogliatoio non avrei retto una settimana, che mi avrebbero… ammazzato. Gli ho detto se Massimo Moratti mi dice di prendere la prima squadra, ma come faccio a dirgli di no? Se non mi sento pronto non glielo dico, come faccio? Posso solo dirgli che ce la metterò tutta. Poi è chiaro che se al colloquio avessi capito che Moratti stava pensando moh ndo vado con questo?, allora mi sarei tirato indietro. Ma non è andata così… 
PRIMA VOLTA NELLO SPOGLIATOIO
“La cosa più divertente che potrei raccontare è questa. Ha centrato un punto simpatico e delicato: il rapporto di un allenatore senza nome e senza passato che entra in uno spogliatoio cosi e probabilmente il mio vero momento drammatico è stata la mia entrata nello spogliatoio dell’Inter. Io sono abbastanza freddo, li ho perso l’equilibrio. E’ difficilissimo rapportarsi con campioni cosi e credo che le loro facce quando io sono entrato per la prima volta nello spogliatoio valessero più di mille commenti. Mi guardavano come per dire: “E mo questo chi cazzo è?”. Come per dire ma dove l’hanno tirato fuori? Cognome impronunciabile, zero passato, più giovane di qualcuno che era li! Anche se adesso non lo ammetteranno perchè ho un buon rapporto con tutti ma di sicuro l’hanno pensato.” 
MERITOCRAZIA
La cosa di cui sono più orgoglioso è che io mi sento l’esempio di uno che ce l’ha fatta partendo da zero. Quindi quando un allenatore più giovane o un ragazzo mi ferma e mi chiede io ci potrei stare a parlare delle ore. Il significato più bello è che ce la si può fare anche partendo dai campi di terra o se non ti chiami con un cognome famoso. Questa cosa che dice questo ragazzo, quando qualche pazzo mi chiama a parlare a qualche corso, io dico di avere le idee proprie perchè le occasioni capitano a tutti. Quando capita l’occasione la differenza la fa la qualità vera. Li si vedrà la qualità delle sue idee.” 
IDEE E RAPPORTO SCHIETTO NELLO SPOGLIATOIO
Non esiste un metodo ma una quotidianità. Se proprio deve essere qualcosa per riassumere quello che ho fatto credo sia stato avere idee chiare e rapporto schietto in un grande involucro di umiltà. Farsi vedere con un approccio umile, chi mi conosce lo sa chi non mi conosce può dire ciò che gli pare, è stato sempre apprezzato. Mi pongo tutt’ora con questo atteggiamento. Non è che sono cambiato, è il mio modo di essere. Se sia stato un mix positivo lo dirà il campo. Io dico sempre che mi fa male se parla male di me chi mi ha conosciuto. Entrando in contatto con una persona c’è una sorta di empatia e di chimica che poi connota tutto il rapporto. Con i miei giocatori questo è stato l’approccio. Loro hanno notato che non è stato un modo per accattivarmeli ma il mio modo di essere.Conta tutto la disponibilità dei giocatori. Io posso avere tutte le idee del mondo, essere uno scienziato, ma le interpreta il giocatore. Se tu riesci a cucire dieci abiti su misura, avrai più possibilità che le tue idee vengano applicate. Io, ripeto, posso essere il più grande psicologo del mondo, ma se non so comunicarlo, è inutile”. 
IL CAMPIONATO RISERVE
“Io lo sostengo da tempo. Con me sfondate una porta aperta: sarebbe una cosa fantastica per il calcio italiano. Mi rendo conto che bisognerebbe stabilire bene il criteri di quali saranno i requisiti per fare un campionato riserve. Ci sono società che hanno grandi tradizioni nel settore giovanile e che magari si oppongono se non ne possono fare parte. Ma l’idea è interessante e per me va perseguita.” 
TRA PRIMAVERA E SERIE A IL GRAN CANYON
“Vista la mia esperienza, dico che non è facile passare dalla Primavera alla prima squadra. E ancor di più giocare nell’Inter: non solo a livello di qualità tecniche. Per esempio Mbaye, è fortissimo, è un ’94, molto interessante, però con l’Hajduk davanti a 50mila spettatori gli tremavano le gambe. Tra la serie A e la Primavera c’è il Grand Canyon. Mi è stato chiesto perché avevo tenuto Livaja e non Longo. Ma le scelte non sono mai casuali: Marko, per esempio, fa bene in 15-20 minuti, ha un carattere diverso. Longo ha bisogno di più minutaggio per dimostrare le sue qualità e quindi era più logico darlo ad una squadra dove potesse giocare con continuità. Livaja in pochi minuti incide. Non solo, Longo con le nuove regole non può giocare in Primavera, Livaja sì.” 
PROGRAMMI PERSONALIZZATI PER I NAZIONALI
“Questo, forse, lo fa la Juventus. A me succede il contrario: ad esempio quando Guarin, mi torna dalla Colombia, io so esattamente che tipo di lavoro ha svolto. Ma non sono certo io a dire al ct colombiano che cosa deve fare. Quanto ai programmi, è una questione di interessi. Sono stato a Coverciano, ho parlato con Prandelli. Lui non riesce ad allenare la squadra, tranne nelle competizioni in cui hai la squadra per un mese.”

lunedì 8 ottobre 2012

Appiano Day

Grazie a Patrizio, Giovanna e a tutto il coordinamento nei giorni scorsi alcuni rappresentanti degli Inter Club hanno potuto partecipare all'evento denominato "Appiano Day". La possibilità di assistere agli allenamenti, poter incontrare i nostri beniamini e visitare i luoghi più esclusivi della Pinetina rappresentano per noi tifosi un qualcosa di veramente speciale e unico. Per l'IC Besnate ha partecipato uno dei mille nipoti della Carmen e nostro affezionato socio Alessandro. Nella sezione gallery a breve pubblicheremo le foto scattate da un emozionatissimo Alessandro durante l'evento. Colgo l'occasione anche per informare che verranno pubblicate anche le foto delle ultime trasferte e degli eventi a cui abbiamo partecipato.

Milan-Inter 0-1 ... grazie ragazzi!


Mille emozioni che solo l’inter può regalare. Il derby visto da un osservatore neutrale non può essere piaciuto. Ma al tifoso questo non importa. Segnare sotto la nostra curva alla prima azione, vedere sbagliare uno dei gol più facili dopo solo un minuto dal tuo cannoniere principe, resistere e soffrire per altri 90 minuti fino al fischio finale, esplodere in un abbraccio collettivo con i tuoi amici che hanno perso come te almeno 2 anni di vita … questo è uno dei modi più belli per vincere un derby.
Possiamo parlare per ore delle formazioni, delle ammonizioni, delle recriminazioni ma un derby si vince e si perde solo per una cosa: la voglia che una squadra mette in campo. E anche ieri sera, come accade sempre più spesso nella storia recente della stracittadina, quella voglia e quella determinazione avevano i colori del cielo e della notte. Abbiamo lottato in 10 per 45 minuti e abbiamo lasciato il milan a 2 punti dalla retrocessione. Questo è quello che conta. Noi abbiamo un progetto ma non abbiamo campioni, Strama ha capito che possiamo solo difenderci e ripartire in velocità per far male. Senza fare nulla di eclatante e perdendo le prime due in casa siamo a 4 punti dalla vetta e in zona champions, abbiamo vinto il terzo derby di fila e la settima vittoria stagionale in trasferta su sette giocate.  Abbiamo sostenuto la squadra dopo lo 0-2 col Siena, abbiamo fatto sentire i ragazzi in casa e non in trasferta ieri sera, siamo stati ripagati con la voglia e la grinta in campo e con un esultanza finale sotto la curva da brividi. Teniamoci stretti i nostri vecchietti Zanetti, Cambiasso e Samuel che ancora sanno trasmettere entusiasmo e voglia di lottare su ogni pallone senza mai una polemica e senza mai una dichiarazione sopra le righe. Perdoniamo ai giovani gli errori che inevitabilmente commettono, sosteniamo il mister che ha dimostrato di saper capire in fretta le cose da sistemare. Vedrete che qualche soddisfazione arriverà.
Un grazie particolare a Manu, Carmen, l’Alfiere, il Noga, il Ciccio e l’Andrea, perché soffrire e vincere insieme ai tuoi amici è ancora più bello.

venerdì 5 ottobre 2012

NEFTCHI BAKU - INTER 1-3

La striscia positiva continua. 6 partite in trasferta e sei vittorie, 15 gol fatti uno subito. E domenica il derby lo giochiamo fuori casa! Altre buone indicazioni dalla difesa a 3: affidato a Cambiasso questo schieramento ci permette di avere sempre in mano le redini dell’incontro e dopo lunghi anni abbiamo un centrocampo in cui non c’è alcun senatore. La differenza, in termini di intensità e velocità si vede. E così gli inserimenti di Obi, Mudinagyi e soprattutto Livaja dall’inizio avvengono in modo naturale. Il rientro di Obi fa ben sperare, finché ha avuto fiato si è vista la differenza che può fare nel mezzo. Guarin autore di 3 assist e di una partita ad alta intensità fa ben sperare per i prossimi impegni. Altra bella nota sottolineata dal mister: ad un certo punto avevamo in campo 5 elementi sotto i 21 anni. L’unico a faticare è stato Silvestre sul centro destra, deve ritrovare confidenza con il campo e con una posizione per lui assolutamente inedita. Con l’ennesimo infortunio di Chivu e l’età di Samuel, ci sarà bisogno presto ancora di lui. Unica nota negativa il calo di concentrazione nella ripresa: abbiamo risvegliato il Neftchi, avversario modesto  ma particolarmente combattivo. In classifica abbiamo preso il volo con il Rubin Kazan che ha liquidato con un secco 2 a 0 il Partizan. Il 25 ottobre a Milano contro i serbi possiamo già ipotecare la qualificazione per poi concentrarci solo sul campionato.
Capitolo derby: sono proprio curioso di vedere come Strama schiererà l'11 iniziale. La dirigenza della seconda squadra di Milano e i giornalisti servi hanno già iniziato a pompare il Faraone, consumando fiumi di inchiostro su paragoni con Rivera, Messi ecc. mentre su Coutinho si parla sempre troppo poco. Meglio così. Devono come al solito gettare fumo negli occhi ai tifosi gonzi, che stanno disertando anche il derby visto la prevendita. Domenica mi piacerebbe che al primo gol di Milito esultasse più della metà dello stadio!
Avanti così ragazzi!


lunedì 1 ottobre 2012

inter - fiorentina 2-1

Finalmente un’inter all’altezza e primi 3 punti a San Siro. Strama schiera Coutinho trequartista contro il forte centrocampo viola, il giovane talento ripaga la fiducia dell’allenatore correndo tantissimo sia per ricevere il pallone e fare da collegamento tra centrocampisti e attaccanti sia per disturbare Pizarro e Borja Valero in fase di non possesso. Infatti finisce stremato la partita a metà del secondo tempo. Sarà un caso ma senza l’olandesina i problemi improvvisamente spariscono. A mio parere a gennaio potremmo anche valutare una sua cessione per comprare un centrocampista di sostanza. Alvarez e il Cou da trequartisti possono sopperire la sua partenza perché hanno più voglia di sacrificarsi.
Primo tempo con squadre sono veloci e aggressive: la Fiorentina è una bella squadra ma manca di una vera punta e si vede. L’Inter è invece più efficace e rapida grazie alle giocate di Coutinho e Cassano (grazie Galliani perché Cassano più 7 milioni per Pazzini meriterebbero un articolo a parte). Diverse azioni da gol sprecate da Milito che però finalmente c’è e non si fa quasi mai anticipare, due gol, tanta corsa e finalmente un’idea di gioco: il più bel primo tempo dal derby della scorsa stagione. Peccato per il gol di che completamente solo in area batte Handanovic di testa.
Bravo comunque Stramaccioni a trovare il modo di mettere in difficoltà Montella.
Nella ripresa la Fiorentina è più aggressiva e i nostri tre attaccanti non riescono a mantenere la stessa intensità del primo tempo e lo stesso vale per i centrocampisti. Benissimo invece i tre dietro che creano un blocco compatto. La nuova difesa a tre è sicuramente la mossa più azzeccata dal mister, con il difensore in più che può chiudere con tranquillità l’errore del centrocampista senza lasciare un buco in difesa. La partita finisce con la Viola che cerca di metterci in difficoltà, ma senza grandi occasioni e si vede nei nostri la paura di vincere, infatti, anche con un uomo in più non riusciamo a gestire il possesso palla. Comunque arrivano i 3 punti che ci permettono di essere terzi a quattro punti delle corazzate Napoli e Juve. Se pensiamo che solo 7 giorni fa uscivamo sconfitti da San Siro col Siena e tutto sembrava perduto è davvero tanta roba. Adesso un bel viaggetto in un paese molto lontano (spero in un bel ricambio per far riposare qualcuno) e poi domenica sera derby. Giochiamo fuori casa e ci arriviamo leggermente favoriti. Speriamo bene. Mi piacerebbe farli sprofondare in piena crisi. Una cosa è certa, giocheremo fuori casa ma per la prima volta non saremo in minoranza, pare che la prevendita sia molto fiacca tra le file dei tifosi rossoneri e tanti fratelli nerazzurri si stiano accaparrando biglietti in ogni angolo dello stadio. L’IC Besnate chiaramente sarà presente nel cuore della curva. Ho già la pelle d’oca … quante ore mancano?