domenica 30 ottobre 2011

Noi ci siamo.... e da sola non ti lasciamo

Speravo ovviamente che la partita con la Juve finisse in un altro modo e, finendo in un altro modo, servisse a qualcos'altro, e cioè a darci una mossa, quella decisiva. Nel primo tempo si è visto il potenziale della squadra, tuttora sostanzialmente in grado di giocarsela con chiunque, e in alcuni momenti davvero alla grande. Poi si è visto quanto la sfiga, il meraviglioso colpo di testa di Pazzini, finora abbia avuto un ruolo piuttosto determinante. Ma il primo tempo ci ha anche ricordato che in difesa facciamo cagare, abbiamo continue amnesie,  e in questo modo non andremo da nessuna parte. Il secondo tempo, poi, ci ha dato l'ennesima dimostrazione che l'Inter attuale non ha i 90 minuti, ma nemmeno gli 80, i 70 o i 60. E' una squadra che non solo corre meno degli altri, ma finisce la benzina regolarmente, e un primo tempo dispendioso ci condanna a un secondo tempo di ordinaria amministrazione. Questa è la situazione più malinconica. Sembriamo una provinciale.
Però voglio che da questa serata esca uno spunto positivo: noi, il pubblico di san Siro.



Non tutto il pubblico, è chiaro, purtroppo nella quantità c’è sempre chi inizia ad insultare al 5° del primo tempo; ma sicuramente la nota positiva è l’attaccamento alla squadra in affanno.
Il pubblico di San Siro è cambiato, è maturato, è diventato adulto, ha continuato a sostenere la squadra, gli eroi di Madrid o quel che resta di loro. Ricordo tempi infausti in cui i nostri uscivano sul terreno di gioco dal tunnel degli spogliatoi con lo sguardo impaurito, con la tensione di chi sa che al primo errore sei sommerso dai fischi, di chi sente il peso di anni di insuccessi e di promesse mai mantenute. Invece adesso c’è come un senso di consapevolezza che ti porta a pensare che “questi siamo” e le colpe non le puoi trovare nei giocatori. A loro tutto si può rimproverare tranne di non essere professionisti, di non sacrificarsi, di non dare tutto. Per quanto riguarda l’allenatore da quell’infausto e triste giorno in cui Mourinho ci ha abbandonato nessuno ha potuto lavorare per più di 6 mesi, nessuno ha potuto costruire la sua Inter, nessuno ha potuto sviluppare la sua idea di calcio, nessuno ha potuto godere della stessa stima, della stessa fiducia, dello stesso supporto di chi c’era prima. Forse in questo momento l’indice lo puoi puntare su un solo uomo: Massimo Moratti.
Ieri, all’uscita dello stadio di Milano, è stato contestato da un gruppo di tifosi esasperati, delusi, più che altro smarriti. Nulla di particolarmente grave, forse se lo aspettava, perchè quando le cose vanno bene i meriti sono di tutti,  quando vanno male la colpa è la sua. E son sicuro sente la responsabilità di questa situazione. Moratti, il primo tifoso di questi colori, dovrà assumersi nuovamente l’impegno di essere il nostro presidente soprattutto del nostro futuro. Non vendendo l’Inter a chi non la ama ma solo la sfrutta e poi, quando qualcosa non funziona, rischia di distruggerla. Possiamo restare fuori dall’Europa perchè stiamo iniziando un ciclo nuovo, con un allenatore su cui puntiamo, con calciatori giovani e affamati. Chiediamo a Moratti di avere coraggio, di fare scelte impopolari, di rischiare, di innovare. Di individuare nuovi uomini, nuove idee, nuove scommesse per guardare con ambizione al futuro. Un’Inter dodicesima, senza coppe, senza un Eto’o, senza un Balotelli, senza uno Sneijder, senza un bilancio sano, non vale più di una Fiorentina o di una Roma. Ci pensi presidente e legga senza arrabbiarsi le nostre critiche che sono a volte esagerate, irriconoscenti e scomposte, ma grondano amore, partecipazione e passione. Pura. Per l’Inter.


mercoledì 26 ottobre 2011

oltre ogni limite

Complice il week end in terra catalana (a proposito che tristezza il Nou Camp ... 110000 persone che assistono in un silenzio irreale alla partita) mi sono perso la prima vittoria in casa dell'anno (qualcuno dice che sarei io a portar sfiga!). Poi nei 2 giorni di malattia ho potuto rivedere quello che è accaduto in serie A e purtroppo ho avuto la conferma dei miei dubbi su quanto successo a Lecce.



Ciò che è accaduto domenica a partire da mezzogiorno, nell’anticipo all’ora di pranzo tra Lecce e Milan, ha dell’incredibile, eppure non solo non ho letto una sola riga su un giornale o ascoltato una sola parola in una trasmissione, ma  cosa infinitamente più preoccupante mi sono reso conto che a capire che si era oltrepassato ogni limite dello scandalo, probabilmente, non c’era stato nessuno.

Non so, a questo punto, quanti se ne siano resi conto. Domenica abbiamo assistito in diretta televisiva al padrone di una squadra che convinto di aver subito un torto, passava l’intero primo tempo al cellulare. Non ci è dato sapere con chi stesse parlando, e nemmeno ci interessa: ciò che ci interessa è che tutti, compresi i disperati telecronisti di SKY, hanno immaginato che stesse contattando qualcuno per chiedere lumi e porre rimedio. Eh sì, in telecronaca al commentatore tecnico sono proprio sfuggite le parole “porre rimedio”.

domenica 16 ottobre 2011

Catania – Inter 2-1

Se c’erano partita, condizioni ambientali e fisiche per dimostrare che l’Inter è una squadra vecchia e da rifondare, anche pesantemente, era questa. Contro un Catania solido, con la pioggia ed un campo pesantissimo: erano queste le condizioni peggiori per giocare una partita con una squadra incerottata, con Stankovic reduce da un infortunio e costretto a 180 minuti con la nazionale, Cambiasso reduce da un tour de force non indifferente, con molti infortuni, Maicon appena recuperato. Ma erano anche queste le condizioni per capire cosa aspettarsi da un campionato come quello appena cominciato.
I titolari hanno difficoltà fisiche: appena l’Inter è costretta ad alzare i ritmi, ad alzare il baricentro, appena è costretta a scoprirsi quel tanto che serve per fare un goal o imporre il gioco, si disunisce e inevitabilmente lascia spazio agli avversari che hanno ormai capito, tutti, e affondano là dove c’è da affondare.
Le riserve semplicemente non sono all’altezza: stiamo parlando di due marce diverse, di due spiriti diversi, di obiettivi e destini diversi.
Dopo mesi di Benitez, di distanze siderali, stiamo ancora parlando del problema di sempre, di un problema che con Cambiasso-Stankovic si ripresenta dai tempi di Mancini: in due in mezzo soffrono terribilmente. Figuriamoci adesso che hanno molti anni di più. Il problema di un centrocampo che non fa filtro e che lascia spazi, troppi spazi, agli avversari. 
Quello che preoccupa è però vedere i calciatori finiti dopo 20 minuti, alcuni dopo 30. E infatti il rientro in campo è da incubo: in 5 minuti tutto cambia e l’Inter non riuscirà più a cambiare l’inerzia della partita.
Ma oggi non si salva nulla, se non i primi minuti di Cambiasso, Maicon e Samuel. Per il resto è un buio.
A volte viene il dubbio che società e tifosi vedano le stesse partite.
Da segnalare, infine, l’ennesima topica arbitrale che fanno diventare 7 le partite, 7 su 7, 7 arbitri diversi (Rizzoli, Brighi, Mazzoleni, Bergonzi, Tagliavento, Rocchi e adesso Orsato): il rigore è pura invenzione.
C’è poco da recriminare: 4 punti, zona retrocessione, numeri e situazione fisica da brividi. Fa male, ma è così. Questa squadra ha finito, ha consumato quello che si doveva consumare. E' un'Inter che non possiamo assolvere. E' un'Inter che deve tirarsi fuori dalla merda da sola, se ce la fa. E' quasi la stessa Inter del triplete. Ma senza Mou, senza Eto'o, senza ricambi e - purtroppo - senza coglioni.


(nella foto, Zanetti, Cambiasso e Stankovic che vanno decisi a pressare alto i catanesi).

venerdì 14 ottobre 2011

Teoria

Una volta il Grande Club mandava la giovane promessa del vivaio in provincia a farsi le ossa… se poi se le rompeva, poco male, era comunque in affido al piccolo club. Ora invece il piccolo club manda la giovane promessa mezza rotta nella Grande Squadra, così da risparmiarsi i soldi delle cure. Siamo riusciti ad applicare nel calcio la famosa teorìa dell’Inversione dei Poli

martedì 11 ottobre 2011

Trova la differenza......

Wayne Rooney espulso per un calcione da dietro, con tutta la stampa inglese che lo condanna unanimemente, senza appello, senza nessuna giustificazione.



Il meglio che gli è stato attribuito “Idiota”.



Alcuni titoli:

“An Idiot Abroad”
“Idiot”
“Roo Fool”
“Stupido”
“Indifendibile”
“Roo’s shame”
“Ha rovinato la grande notte”
England in / Rooney out”.

E a niente è servito che Rooney, si sia accorto dell’idiozia commessa, si sia anche scusato con l’avversario, con l’arbitro, e con qualche compagno. Con la faccia colpevole all’uscita. Tutto normale, no? 

Ma questo fallo di Rooney ci ripropone un fallo che tempo addietro vide protagonista un nerazzurro. Questo:


.
E ricordate anche cosa si scrisse ai tempi?  
Pagelle della Repubblica: “Potremmo concedergli l’attenuante dei vergognosi buu razzisti, ma sarebbe preferibile tener separate le cose 
La chicca però è di Totti: “Balotelli è un maleducato”. 
Ebbene, Totti colpisce Balotelli come fa Rooney con Dzagovic. E ti aspetteresti, che so, almeno un “Un idiota con la fascia” , e invece no, la stampa italiana comincerà con la solita storia del grande Capitano, orgoglio di Roma, con le richieste di chiarimento a furia di interviste “Balotelli ha offeso un’intera città” e nessuno che osa contraddire.
Per arrivare al capolavoro di Boniek: “Totti doveva dare un pugno in faccia a Balotelli
Col capolavoro romano del “Totti day”: tutti in campo con la maglia del capitano, lui che entra in trionfo con i figli”. Ed i giornali e le tv che aprono interi servizi sull’accaduto.


  
Se qualcuno ancora non avesse capito in che paese stiamo, com’è ridotta la nostra stampa e la nostra informazione, un paese in cui una verità passa per menzogna e viceversa, tanto che Facchetti e Moggi vengono ormai trattati sullo stesso livello. 
Per fortuna, ogni tanto, riecheggia il motto dell’interista:
“A noi non piasce prostituzione intellectuale”.

domenica 9 ottobre 2011

Tanti Auguri .... a Noi!!


Eh si … tanti auguri a noi, perché l’Inter Club Besnate ha compiuto il suo primo compleanno! Abbiamo deciso di festeggiarlo con una cena sociale per riunire insieme i soci ma anche i parenti e gli amici perché il denominatore che ci unisce è certamente l’Inter ma lo spirito che ci ha spinto a creare questa piccola grande realtà è sicuramente la voglia di stare insieme al di la della fede calcistica.
E così ieri sera al ristorante “il Crugnolino” doverosamente addobbato con i colori del cielo e della notte (un grazie a Carmen, Manuela e Antonio per l’aiuto) ci siamo ritrovati per passare insieme una splendida serata allietata dalla presenza graditissima di Patrizio Alfieri, Coordinatore degli IC della provincia di Varese e dell’infaticabile e insostituibile Giovanna dell’IC Saronno,  con cui ho avuto il piacere di confrontarmi su alcuni aspetti del mondo Inter .

I nostri ospiti d’onore ci hanno anche omaggiato di una targa ricordo e di un pallone autografato dai nostri beniamini che un sorteggio pilotatissimo ha consegnato nelle mani della nostra Valentina.

Inoltre un grazie di cuore a Patrizio che ha voluto sottoscrivere la nostra tessera e quindi per questa stagione il nostro coordinatore sarà socio dell’Inter Club Besnate!!


La serata è trascorsa tranquilla e in allegria il discorso commosso del nostro Presidente Mario ha riassunto in poche parole quello che è  realmente lo spirito di questo piccolo grande gruppo: prima di tutto gli amici e interisti si nasce, due concetti semplici ma profondi. Al termine del discorso abbiamo consegnato al nostro mitico Noga, in procinto di partire per il Nepal, una bandiera neroazzurra con tutte le nostre firme  e che sarà issata nel posto che ci compete, in cima al mondo ... perchè ricordiamoci che siamo ancora Campione del Mondo in carica!


L’augurio è quello che questo primo anno di attività, che ci ha già visto comunque protagonisti di tante iniziative,  sia solo l’inizio di questa splendida avventura e che la famiglia possa diventare sempre più numerosa.

“Ovunque ti trovi sono gli amici a costruire il tuo mondo”

..Buon Compleanno Inter Club Besnate

martedì 4 ottobre 2011

Arieccoci!!



...INTER CLUB BESNATE PRESENTE!

....Retromarcia!!!!

Retromarcia Moratti: “Non voglio fare nulla di particolare.Ricusare Rocchi?Erano parole a caldo”

“Ho sentito tutte le parole di Braschi, sono parole di buon senso. Da presidente dell’Inter non voglio fare nulla di particolare; rimane il malumore per quella che poteva essere una bellissima partita e non è stata perché falsata da errori arbitrali. Non c’è rancore, ma adesso ci vuole responsabilità da parte di tutti noi per evitare che lo spettacolo possa essere rovinato in episodi successivi”




RITORSIONI PER LO SCUDETTO 2006
“Io mi auguro non sia così, sarebbe un gesto davvero infantile. Quando il Milan vinse lo scudetto feci i complimenti alla classe arbitrale, spero che possa accadere anche quest’anno”.
NESSUNA RICUSAZIONE DI ROCCHI
“So che la ricusazione non c’è, quelle erano parole a caldo. Esistono i dirigenti competenti che faranno le scelte adeguate”.



CONSIDERAZIONI SULLE PAROLE DI MORATTI
Moratti sarebbe un ottimo politico. Le trovo parole responsabili di chi fa parte di un sistema, quello della Lega calcio, e vuol restarci. O almeno non perderci. Sembra che la guerra si fa per l’impresa di famiglia, non per le passioni. Non capisco allora quelle dichiarazioni di guerra rilasciate sabato sera. Per noi tifosi quindi è meglio non prendersela; noi le mani siam disposte a sporcarcele, ma se siamo soli..... 
Moratti spera ed è convinto comunque che il designatore non lo sceglierà per le nostre partite per molto tempo. Infine una considerazione: meglio parlare sempre meno dello scudetto 2006. Lasciamo che ne parlino Tuttosport e vari siti demenziali bianconeri.

domenica 2 ottobre 2011

L'Eliminatore

Chi non ha visto il film Pulp Fiction di Tarantino? Uno dei protagonisti è il sig. Wolf detto “l'Eliminatore”.



Tu lo chiami e lui interviene in un battibaleno; celere, preciso e implacabile come un'agenzia di recupero crediti. La sua personalità fredda, cinica e distaccata gli permette di svolgere al meglio il suo lavoro, e lo fa sembrare uno dei migliori nel settore.
Prima che iniziasse il campionato, durante i deliri di monociglio Agnelli, Abete chiese a Moratti di fare un passo indietro e di restituire lo scudetto del 2006; era chiaro che il palazzo ce l’avrebbe fatta pagare cara.


E allora eccoli ….. appena rialzata la testa hanno mandato l’eliminatore …. Uno dei migliori.
La partita l'ha decisa, l'ha stravolta Rocchi, con quella ridicola prima ammonizione a Obi e per il triplice errore nell'azione del rigore (rigore che non c'era, espulsione che non c'era, ribattuta sul rigore irregolare).

Non c’è nulla da aggiungere …. È inutile parlare di tattica, di giocatori, di forma fisica (a parte il discorso di Alvarez a cui i tempi sui 100 metri piani li prendono con la meridiana).
Mi aspetto solo che qualcuno in società cominci a tirar fuori le palle e a farsi sentire perché è da inizio campionato che ci stanno massacrando, quella di ieri sera era solo la ciliegina finale, l’avvertimento finale del palazzo.
Come mi piacerebbe vedere ancora una volta Lui girarsi verso le telecamere a testa alta e fare lo stesso gesto: