venerdì 29 marzo 2013

Nuovi vecchi equilibri di potere nel calcio italiano (seconda parte)

Nella prima parte abbiamo approfondito i passaggi, i retroscena, i giochi di potere che hanno portato Beretta alla rielezione in Lega come Presidente, nonostante lui si fosse dimesso quasi 2 anni prima per l’evidente conflitto di interessi con l’incarico in Unicredit e fosse rimasto in carica di proroga in proroga in una situazione di oggettiva impasse. Adriano Galliani è tornato ad essere (lo è sempre stato) il nuovo uomo forte a cui buona parte dei club di serie A si sono affidati per mantenere, se non addirittura aumentare, gli introiti dai diritti tv in vista della scadenza del contratto con SKY previsto per il 2015.Ora seguiamo il percorso dei soldi delle televisioni, presenti e soprattutto futuri, per scoprire come muteranno gli equilibri politici ed economici. La crisi economica, la perdita di appeal del prodotto calcio e una linea editoriale non sempre equidistante hanno provocato alla pay tv satellitare a fine 2012, dopo aver tagliato il sofferto traguardo dei 5 milioni degli abbonati nell’estate 2011, un calo di oltre 200mila tessere ed il dimezzamento del margine operativo, dai 230 milioni del 2009 ai 104 dello scorso dicembre. Il management era già da tempo corso ai ripari: addio alla Liga, alla Bundesliga ed a molti tornei europei, un sì sofferto alla NBA ed alla Premier League (nonostante l’investimento non sia supportato da ascolti e ritorni pubblicitari), all in su Mondiali, Champions League, Olimpiadi e infine Formula 1, la novità del 2013. La ricerca della qualità e degli eventi è apprezzabile, ma non potendo contare su una piena esclusiva (anche perchè alcune gare sportive di rilevanza sociale devono essere per legge trasmesse in chiaro) i dati dei nuovi abbonati per ora non ripagano lo sforzo compiuto. Non avendo concorrenza sul satellite e non essendo mai stata percorsa in Lega con convinzione la strada di un proprio canale televisivo di autoproduzione, SKY si preparava ad una offerta al ribasso in vista del 2015, nonostante sia conscia che senza il calcio dovrebbe chiudere i battenti e che la concorrenza di Mediaset Premium (a fine 2012 2 milioni di abbonati e altrettante carte prepagate vendute) si fa ogni anno più pressante .Ed è qui che entra in scena la tv araba Al Jazeera, o meglio Pitch International, la società di brokeraggio londinese dietro alla quale per entrare nel settore si nasconde lo sceicco del Qatar Hamad Bin Khalifa Al Thani, 53 anni, due mogli e 15 figli, una fortuna personale di 3 miliardi di dollari, amministratore delegato del fondo sovrano qatariota (secondo solo a quello di Abu Dhabi) dell’emirato grande come l’Abruzzo ma con il secondo reddito pro capite del pianeta. Grazie ai giacimenti petroliferi e di gas, sta da tempo lavorando per l’emiro su un progetto di egemonia mondiale denominato Qatar National Vision 2030 e fondato sull’acquisto di canali televisivi, società sportive e marchi del lusso e dell’abbigliamento che gli permettono di entrare nei settori nevralgici dei vari Paesi per poi dare la scalata ai grandi gruppi nazionali .Ha investito ad esempio nei magazzini Harrods, palazzi sugli Champs Elysée, l’Hotel d’Evreux a Place Vendôme, mezza Rue de Rivoli lungo la Senna, partecipazioni in Lvmh, Tiffany, percentuali significative della Volkswagen e della Porsche, della Borsa londinese, di una quota della Barclays, il grattacielo di Renzo Piano The Shard, il consorzio Costa Smeralda, l’Hotel Gallia di Milano e Baglioni di Firenze, la maison Valentino e si vocifera, per restare all’ambito italiano, che abbia nel mirino anche Fincantieri per produrre direttamente imbarcazioni di lusso. Gli appassionati di calcio lo conoscono perchè, oltre ad aver ottenuto l’organizzazione dei Mondiali nel 2022, è diventato proprietario del Paris Saint Germain, in poco tempo trasformato in una big europea grazie agli strabilianti acquisti in serie A di Ibrahimovic, Thiago Silva, Lavezzi, Pastore, Verratti, Sirigu, Thiago Motta, Menez, Sissoko, oltre agli italianissimi Ancelotti e Leonardo come allenatore e direttore sportivo. Al Thani sa benissimo però che il potere passa anche dal controllo dei media. Al Jazeera è diventato uno dei più importanti network mondiali, ma in Europa ( e non solo) a pesare moltissimo è lo sport ed in particolare il calcio.E così ecco l’acquisto dei diritti tv della Ligue 1 in Francia a scapito di Canal Plus, di quelli del calcio europeo negli Stati Uniti, nonchè di quelli per il triennio 2013-2016 della Premier League e per il biennio 2013-2015 della Liga nel nostro Paese. Il canale sportivo con cui stanno familiarizzando in molti si chiama BeIn Sport e dalla prossima estate lo conosceremo anche noi. Non è ancora ufficiale, ma è probabile che entrerà nell’offerta Mediaset Premium del digitale terrestre, trasmettendo appunto i due campionati in questione. Un primo passo per sbarcare nel nostro stagnante e difficile mercato (gli scandali hanno diminuito la domanda di calcio dell’utenza), prima di sferrare l’attacco a SKY e a Murdoch per i diritti tv sul satellite dal 2015. Potendo contare, indovinate un pò, sull’appoggio della Lega Calcio rappresentata da Beretta che potrà addirittura sperare di avere maggiori introiti (ora fermi a 826 milioni) nonostante la crisi del nostro movimento. Galliani e Berlusconi, senior e junior, si fregano già le mani. Se Piersilvio per la prima volta ha dovuto chiudere il bilancio con un pesante rosso, Adriano e Silvio hanno potuto sistemare i conti rossoneri grazie alla iper valutazione di Thiago Silva e Ibrahimovic da parte del Paris Saint Germain nella scorsa estate. Il progetto neppure tanto segreto è quello di far entrare lo sceicco nel Milan, magari con una quota di minoranza. Finora non è accaduto anche perchè non si è trovato il modo di aggirare le norme della Uefa sulla multiproprietà, ma nulla vieta ad esempio una multimilionaria sponsorizzazione di BeInSport sulle maglie e una posizione privilegiata sui mercati emergenti.La gestione delle partnership e del marketing del Milan è infatti della potentissima Infront Italy, ossia la società con sede in Svizzera fondata a livello internazionale tra gli altri dal figlio di Blatter, leader in Italia nella gestione dei diritti sportivi perchè è stata scelta dalla Lega come advisor per la vendita di questi nel nostro Paese e all’estero.Come è nata la Infront, chi vi lavora nella sede italiana, i suoi legami con Fininvest-Mediaset, i suoi rapporti di lavoro nella piena legalità e trasparenza con Lazio (Lotito), Palermo (Zamparini), Cagliari (Cellino), Genoa (Preziosi) e probabilmente entro breve anche con il Napoli (De Laurentiis), saranno oggetto della terza parte dell’inchiesta.
Segue…

mercoledì 27 marzo 2013

Nuovi vecchi equilibri di potere nel calcio italiano (prima parte)

Riporto fedelmente un articolo di Simone Nicoletti (noto blogger interista) che può aiutare a leggere tra le righe quanto sta accadendo nel calcio italiano. Come nella politica bisogna cercare nella rete le vere notizie, quelle libere da qualsiasi censura di potere.  Domani pubblicherò la seconda parte.
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Ho sempre pensato che politica, media e sport siano degli ottimi indicatori del grado di libertà, onestà, civiltà e ricambio generazionale di una nazione.In un Paese come il nostro in cui gli interessi personalistici bloccano da decenni la crescita e le riforme strutturali dello Stato ed in cui non si riesce a formare un governo neppure sull’orlo del baratro sociale, in cui gli editori puri non esistono e di conseguenza abbiamo una libertà di stampa pari a quella di regimi totalitari africani, in cui la disoccupazione giovanile è vicina al 40%, lo sport non può essere una isola felice. Specie dopo l’eutanasia del Totocalcio, il massimo finanziatore del settore, e la quasi totale dipendenza dalle erogazioni finanziarie statali per la gestione e la programmazione delle attività (ringraziando la felice anomalia dei corpi militari, spesso unico sbocco lavorativo per chi svolge una disciplina con un seguito di appassionati minore).Gli impianti (per lo più vecchi, scomodi e sporchi) sono sempre più desolatamente vuoti, i medagliati delle ultime Olimpiadi hanno una età anagrafica avanzata per sperare che si ripetano in futuro, società sportive ricche di storia e blasone scompaiono sotto il peso dei debiti e degli investimenti sempre minori di imprenditori a loro volte in crisi con le loro aziende.Gli scandali periodici del calcio, locomotiva sempre meno sopportata del sistema, hanno poi ulteriormente minato credibilità e passione, con la conseguenza di aver allontanato verso altri interessi gli spettatori cosiddetti non abituali o fidelizzati, quelli che ormai vanno allo stadio o si mettono davanti alla tv solo in occasioni di eventi o sfide di grande tradizione e rivalità.In questo panorama sinceramente sconfortante, sono consapevole che raccontare di conflitti di interesse, intrighi, giochi di potere, scambi di poltrone e di favori, finisca per creare altro disamore al lettore tifoso o simpatizzante. Non è mia intenzione, anche se non resta che toccare il fondo per poter sperare in una eventuale successiva catarsi.Chi vuole mantenere una certa verginità si fermi qui e non prosegua la lettura, presto tornerò a scrivere di pallone, di campioni, di brocchi, di tattica, di totoallenatore e di mercato.Gli altri si preparino ad entrare in un mondo popolato da squali e da fantasmi, da pupari e marionette, da mandanti, esecutori e complici, responsabili della scarsa trasparenza e credibilità del calcio del presente e, soprattutto, del futuro.
BERETTA, DALLA PRESIDENZA ALLE DIMISSIONI
La mia attenzione negli scorsi mesi è stata catturata dalla rielezione di Maurizio Beretta al vertice della Lega Calcio.Nato a Milano nel 1955, un passato in Rai, Fiat, Confindustria e consulente nel settore dei rapporti istituzionali, relazioni pubbliche, immagine e comunicazione, aveva sostituito il commissario straordinario Giancarlo Abete nel 2009 in vista delle difficili battaglie sulla spartizione dei diritti tv e sulla legge per l’impiantistica sportiva con un mandato come sempre senza grande libertà d’azione perchè i presidenti vogliono gestire direttamente il business (e non amano eccessive intrusioni da parte di un manager super partes nei loro conti ed affari).Quando nel marzo 2011 gli arriva una offerta da Unicredit per assumere la direzione della divisione comunicazione e corporate identity, non ci pensa due volte e accetta l’incarico, anticipando le sue dimissioni dalla Confindustria del pallone. Anche per l’evidente conflitto di interessi, in quanto la banca di viale Cordusio ad esempio ha gestito il passaggio della Roma dei Sensi alla cordata americana mantenendo il 40% delle azioni(operazione costata ben 60 milioni di euro), ha avuto un ruolo fondamentale nella rateizzazione del debito verso il fisco di Lotito ai tempi del suo acquisto della Lazio e ha prestato garanzie e soldi a molte società italiane (vedi il Palermo di Zamparini).Si parla di un traghettatore fino a giugno in vista di nuove elezioni, ma non c’è accordo e così si permette di deroga in deroga a Beretta di restare con il doppio incarico delegando ampie fette di potere ai consiglieri presidenti.
IL PROCESSO DI NAPOLI ED IL CAMBIAMENTO INVOCATO DALL’INTER
Il clima si infiamma a novembre 2011 quando lo stesso presidente della Lega non ottempera alla normativa di segnalazione dei presidenti di serie A coinvolti e condannati nel processo di Napoli alla FIGC in vista di una loro sospensione, studiando anzi la revisione della disciplina per “salvare” Lotito, Della Valle e company.L’Inter alza la voce attraverso il suo direttore generale Ernesto Paolillo, schierandosi apertamente per un cambio:Sono necessarie le dimissioni di Beretta dalla Lega per affrontare un tavolo di riforma del calcio con un presidente rappresentativo e meno schierato. C’è una sempre più diffusa richiesta da parte delle società di cambiare il presidente per averne uno focalizzato solo sulla Lega, nella prossima assemblea vedremo cosa pensano anche gli altri club, ma è urgente che la Lega cominci a discutere cdei problemi seri del calcio e non, come ha fatto per per un anno in maniera confusa e deprimete di diritti tv, e adesso delle Noif. Ieri ho contestato a Beretta di aver convocato d’urgenza un consiglio per affrontare una materia di competenza dell’assemblea al solo fine di ottenere più facilmente la maggioranza, e di avere cambiato l’ordine del giorno per parlare solo del caso Lotito. Chiedere la riforma dell’articolo 22 delle Noif è un gesto ad hoc per il presidente della Lazio Claudio Lotito. Lotito non può rappresentare la Lega di Serie A e sarebbe stato di buon gusto da parte sua autosospendersi in attesa dell’esame della riforma dell’art.22 delle Noif. All’improvviso quello che è accaduto a Lotito ha reso urgente l’intervento della Lega per affrontare la riforma dell’articolo 22, mentre questo tema avrebbe dovuto essere oggetto di una discussione più ampia. Sarebbe stato molto più di buon gusto non affrontare ora e con questa urgenza la riforma, che così rischia di perdere peso e diventare un provvedimento ad hoc”.Alle parole non seguono i fatti da parte di nessuno, anche perchè si deve discutere dei criteri sulla ripartizione della parte fissa dei diritti tv e davanti ai soldi le grandi improvvisamente ritrovano armonia.
CHE BEFFA PER ABODI E PER L’ALLEANZA INTER-JUVE-ROMA
Si arriva così alla seconda metà del 2012 quando finalmente vanno rinnovate tutte le poltrone che contano del nostro calcio. Se per Abete (Figc), Macalli (Lega Pro) e Tavecchio (serie D) la riconferma è scontata e puntualmente avviene, in Lega si scontrano il partito di chi sostiene (ancora) Beretta e quello di chi preme per affidarsi ad Abodi, con Simonelli (commercialista milanese e già revisore dei conti dell’organo) come terzo incomodo.Se del primo fanno naturalmente parte Lotito e i club amici, su tutti Cagliari e Genoa, e l’outsider è un candidato soprattutto di Galliani che ne conosce e stima le competenze tecniche (sindaco della Banca Popolare di Milano, docente di Fiscalità d’impresa presso l’Executive Master della SDA Bocconi di Milano, nonché articolista de Il Sole 24 ore), il favorito pare essere il rampante manager della Lega di serie B, 53enne romano, una lunga esperienza nel marketing degli eventi sportivi, per anni consigliere di amministrazione nel Coni e personaggio di spicco nella candidatura olimpica e paralimpica di Roma.Abodi piace perchè ha preso una serie B vicina al dissesto e con una serie di brillanti operazioni commerciali e di comunicazione l’ha risollevata, gestendo la difficile separazione dalla Serie A e ottenendo un nuovo contratto televisivo che ha garantito un buon ritorno economico ai club grazie allo spacchettamento tra Sky, Rai e Sportitalia.Inter, Juve, Roma e Fiorentina più 8-9 medio piccole sono la base di voti certa ed è opinione comune che in terza votazione, quando basterà un quorum di 14 preferenze, non sarà complicato trovare il sostegno degli indecisi, su tutti Torino e Chievo.Nerazzurri e bianconeri si ritrovano a sorpresa fianco a fianco per il rinnovamento (nonostante parole poco felici del candidato sullo scudetto 2006 da revocare), tanto che, dopo che il posto di Paolillo a noi riservato è stato inaspettatamente lasciato pochi mesi prima ad Andrea Agnelli nel Consiglio della European Club Association (l’organizzazione che ha preso il posto del G14 e che riunisce e rappresenta oltre 100 società europee) e di cui fa parte il milanista Gandini, si scopre che in caso di elezione di Abodi siederà in Consiglio anche Angelo Mario Moratti, primogenito di Massimo e già vicepresidente, alla sua prima esperienza istituzionale.
IL GOLPE DI LOTITO E GALLIANI (CON L’AIUTO DI DE LAURENTIIS)
Il piano però fallisce perchè il traguardo dei famosi 14 voti non sarà mai raggiunto (Abodi torna alla B) grazie all’abilità diplomatica di Lotito che, ottenuto l’appoggio di Galliani e addirittura dell’ex ribelle De Laurentiis (ricordate quando lasciava le sedute gridando, insultando e salendo sul motorino di un passante?), fa confluire nuovamente attorno a Beretta il sostegno necessario per restare in sella.A suo favore si esprimono quindi: Lazio, Milan, Napoli, Torino, Atalanta, Bologna, Cagliari, Udinese, Parma, Genoa, Catania, Palermo, Chievo e Siena. Sconfitte sonoramente e clamorosamente Inter, Juventus, Fiorentina, Roma, Sampdoria e Pescara, società che rappresentano il 53% del totale dei tifosi e un terzo della cifra complessiva degli introiti tv .Nel nuovo consiglio Galliani torna alla vicepresidenza (lui che era stato anche presidente…), Lotito e Pulvirenti consiglieri in quota FIGC, mentre Cairo, Cellino, Ghirardi, Guaraldi, Percassi, De Laurentiis, Pozzo, Preziosi e Lo Monaco (poi dimissionario) sono consiglieri di Lega.Beretta esulta e cerca immediatamente la pax:E’ un segnale formidabile il ritorno di Adriano Galliani ai vertici della Lega. Oggi ha prevalso la necessità di arrivare con un assetto perfezionato all’insediamento del Consiglio Federale, per non ripetere l’esperienza dello scorso quadriennio quando non eravamo arrivati in tempo. E’ stato un confronto di democrazia, ma il lavoro che si vuole fare sarà nell’interesse di tutte e 20 le società e non solo di quelle che ci hanno votato. Questa era l’unica soluzione percorribile. Tutti avremmo auspicato un’elezione all’unanimità, in una o nell’altra direzione, ma non è stato possibile, almeno per il momento. Mandato a termine? Inutile fare ipotesi. Ora concentriamoci per i prossimi mesi cercando di diventare più forti a livello federale e facendo le riforme. Abbiamo appena parlato con Abete, il 22 saranno convocate le componenti del Consiglio Federale, in quell’occasione metteremo sul tappeto i vari temi e soprattutto quello di un maggior peso della nostra Lega”.
 PIU’ DI UN MILIARDO DI BUONE RAGIONI
Le sconfitte protestano ed esprimono dubbi, ma non faranno mai barricate, nonostante l’amministratore delegato del Milan, stante l’impiego del presidente in Unicredit, sia ancora l’uomo forte della Lega. Con un evidente conflitto di interessi ed un enorme peso mediatico e istituzionale.Perchè?Come ha fatto Lotito, al di là della ripartizione delle poltrone, a convincere gli scettici, tra cui Zamparini durissimo in passato con Beretta, a ridargli fiducia? Cosa ha promesso?E cosa Galliani è pronto a mettere sul piatto per zittire anche le voci contrarie?Naturalmente si parla di soldi e di diritti tv: più di un miliardo di euro da spartirsi quando scadrà il contratto con SKY nel 2015, nonostante la crisi economica ed il calo degli abbonati alla pay tv.L’asso nella manica si chiama Hamad bin Khalifa Al Thani, sceicco del Qatar, proprietario di Al Jazeera, il nuovo nemico pubblico del vecchio magnate Murdoch, pronto a ricoprire di petroldollari il calcio europeo dopo essersi aggiudicato il Mondiale del 2022.Domani scopriremo cosa c’è sotto e soprattutto chi, assieme a Galliani e nel pieno rispetto della legalità, sta aiutandolo ad avere un potere pressochè infinito sul calcio italiano ed a far sembrare al confronto la vecchia GEA una organizzazione provinciale.
 Simone Nicoletti (prima parte)

lunedì 25 marzo 2013

Crisi d'astinenza

Sono 12 giorni che non giochiamo e ancora ne dobbiamo aspettare altri 4 prima di vedere i ragazzi lottare per i 3 punti.
Ma perchè esistono le Nazionali e le pause? Quando arriva sabato?
Quante interviste e servizi di regime  vomitevoli su Balotelli dovrò ancora sorbirmi? Quante minchiate sul ritorno di Mourinho e sull'acquisto di Sanchez?
Sono in piena crisi d'astinenza da stadio. Ho bisogno dell'odore di San Siro. Ho voglia di trasferta.
Ancora pochi giorni poi finalmente avrò la mia dose... 7 partite in 29 giorni ... finalmente ancora insieme a te!



lunedì 18 marzo 2013

Sampdoria - Inter ... rinviata per rischio meteo

Si doveva giocare alle 15 ... poi l'elezione del Papa con il rischio di rinviare la partita della Roma prevista in serata e il terrore da parte di Sky di rimanere senza posticipi serali ha fatto sì che la partita sia stata spostata alle 20.45. Ma poi ci si è messo anche il meteo a far annullare la partita.
Era proprio destino che non si giocasse. Ma nonostante questo il nostro Mercedes Vito 9 posti domenica mattina è partito ugualmente, sotto una fitta nevicata e con la speranza di entrare a Marassi. La notizia del rinvio è arrivata mentre eravamo verso Alessandria e la scelta è stata immediata ed unanime. Si esce dall'autostrada per cercare un buon ristorante nel Monferrato. Grazie ai telefonini e al navigatore e a un po di fortuna abbiamo trovato una vineria fantastica che ci ha permesso di passare un bel pomeriggio al caldo e con le gambe sotto il tavolo.
Meglio così. Riposo per noi e per la squadra che potrà recuperare fiato e uomini per la prossima sfida, quell'inter - juventus che tutti aspettano come sempre col coltello tra i denti.
Un grazie ai miei compagni di viaggio Andrea, Brillo, Noga, Dario, Manu, Mario e Carmen.


Vineria La Signora in Rosso - Nizza Monferrato


A Tavola!

La Trippa dei coniugi Magni

Cantina fantastica

...e volendo romantica.

Il dolce non poteva mancare

venerdì 15 marzo 2013

Inter - Tottenham 4-1 d.t.s.

Orgoglio, dignità, cuore, voglia di non arrendersi mai neppure di fronte alle gambe sempre più pesanti, al respiro sempre più affannato, alle assenze, alle occasioni mancate, alla beffa del gol di Adebayor nel primo tempo supplementare, da parte soprattutto di uomini vecchi e logorati dalle mille battaglie, insieme ad un gruppo di giovani di buona speranza.
Questo è quanto si è visto ieri ... finalmente. Questo è il nostro DNA che non comprende le vittorie ad ogni costo, ma solo saper stupire, sorprendere, deludere e riconquistare l’amore sportivo dei suoi tifosi.

Grazie ragazzi. Vi vogliamo così.

lunedì 11 marzo 2013

Inter - Bologna 0-1

Marcatori: 12′ st Gilardino

Inter: Carrizo; Zanetti, Ranocchia, Juan Jesus, Pereira; Gargano, Stankovic (10′ st Kovacic); Schelotto (20′ st Cambiasso), Guarin, Benassi (1′ st Cassano); Palacio.
Bologna: Curci; Garics, Antonsson, Sorensen (2′ st Naldo), Morleo; Perez (33′ st Guarente), Christodoulopoulos; Diamanti, Taider, Gabbiadini; Gilardino (15′ st Krhin).
Striscione ironico ma molto azzeccato esposto ieri sera in Curva Nord


sabato 9 marzo 2013

Pausa di riflessione

Non scrivo da alcuni giorni sul blog e l'ho fatto volutamente perché per me scrivere qualche opinione sulla nostra squadra è un modo per staccare un po' la spina dal lavoro e commentare a caldo quanto succede intorno alla beneamata. L'ho sempre fatto seguendo il mio istinto e scrivendo ciò che realmente mi  passa per la testa. Mi sono anche reso conto che però il blog non è mio ma di tutto il club e che i miei pensieri non devono essere quelli condivisi dagli altri ragazzi del club. Quindi è più che giusto fare un passo indietro (senza chiaramente prendersi troppo sul serio) e lasciare libero il blog ai soli commenti di chi ha qualcosa da dire. Se qualcun altro avrà voglia di fare un articolo può benissimo inviarmelo e verrà postato, altrimenti mi limiterò a pubblicare di volta in volta un nuovo post con il solo risultato della partita e questo potrà essere usato per scambiarsi liberamente le nostre opinioni inserendo di volta in volta il proprio commento.
Almeno per il momento mi sembra giusto procedere così.

Chiudo il post con un piccolo promemoria:

105 anni fa due colori si fondevano in un'unica cosa; il nero e l'azzurro diventavano l'Fc Internazionale. Nella sera del 9 marzo 1908 nasceva l'Inter e allora i soci così recitavano: "Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo."

BUON COMPLEANNO INTER!!!!!