martedì 10 dicembre 2013

Coerenza e orgoglio

Siamo all'indomani dell'ennesimo pareggio contro una squadra nettamente inferiore e cominciano ad essere tanti i punti persi per strada. Niente di nuovo. Il mercato assente o sbagliato e l'assenza di giocatori in grado di farti vincere le partite con una invenzione  sono le principali cause di questa ennesima stagione destinata all'anonimato. Non penso che a gennaio il nuovo proprietario spenderà più di tanto o che Milito riprenda a segnare valanghe di gol. Quindi godiamoci quell'ora e mezza che lo stadio riesce a regalarci al di la del risultato. L'ho sempre pensata così; forse la frequentazione della curva per tanti anni mi ha inculcato questa mentalità ed è proprio a loro che dedico questo post riportando fedelmente il comunicato della CURVA NORD letto allo stadio e pubblicato per rispondere alla solite polemiche gratuite scaturite all'indomani dell'esposizione degli striscioni dedicati all'addio di Moratti. Ancora una volta mi ritrovo pienamente nelle loro parole ... riga per riga.
Ecco il testo completo del volantino:


Per esplicitare una volta per tutte il contenuto degli striscioni di Inter-livorno riguardanti il nostro saluto al Presidente Moratti e per chiarire ancor di più il pensiero della Curva Nord al resto dei tifosi interisti, qui di seguito vi riportiamo il testo del volantino distribuito ieri pomeriggio in tutto lo stadio in occasione della partita contro la sampdoria:
L'INTER NEL CUORE...
Premessa: Per un giornalista, il calcio finisce per essere un’attività di mercato.
Per NOI, il calcio, il tifo, quella passione che nasce seguendo i nostri Amati colori..E’ VITA.
Ci dispiace "qualcuno abbia frainteso“. Siamo lieti di comunicare- magari non si era capito- che il signor Massimo Moratti è vivo e vegeto. Quello che mediaticamente viene definito come storico passaggio, un qualcosa di simile alla fine del mondo, altro non è che l’ingresso nell’Inter di una cordata indonesiana che si spera possa fare il bene della nostra Beneamata. Moratti c’è, rimane lui e la famiglia, con la sua quota corposa, ma non ha più la maggioranza assoluta. I capi adesso sono altri. Lui ne è compartecipe. Ci sono pure delle clausole, pare, dove se gli indonesiani non si comportassero adeguatamente, Moratti tornerebbe, da capo. Da padre, da padrone..come si preferisca. Insomma, si ricade, inevitabilmente, come sempre, sui punti di vista. Quindi Moratti c’è, non è passato a miglior vita e la sua ultima partita da Proprietario di maggioranza è stata da noi salutata con affetto e con uno striscione che ha raccontato un po’ gli alti e bassi di questi 18 lunghi ed emozionanti anni. Qualcuno ci ha rimproverato i troppi puntini sulle ‘I’, ci hanno suggerito che sarebbe bastato un semplice ‘Grazie’ o altre frasi ricche di enfasi ed effetto. Ma noi invece, abbiamo preferito continuare nel nostro essere schietti e sinceri. Quando Moratti lascerà l’Inter sarà il tempo di altre considerazioni, al momento cambia il ruolo. Sulla carta si defila, ma non necessariamente, anzi, attendiamo curiosi. E comunque quel lungo striscione da Noi esposto durante Inter - Livorno del 9 novembre 2013, che recita:

“Le gioie più grandi, le sofferenze più imbarazzanti..18 anni di presidenza racchiusi in quelle 12 domande. Spesso l’abbiamo attaccata, anche se mai l’abbiamo abbandonata..Nonostante tutto però qualcosa ci accomuna..l’Amore per l’Inter, innegabile..l’essere troppo tifoso che a volte è deleterio..Ora attendiamo curiosi. Ma intanto Grazie di tutto Presidente..se lo merita..in fondo le abbiamo voluto bene”

Quello striscione appunto esprime il nostro pensiero. Pensiero frutto di questi nostri anni al seguito della squadra. Costantemente a fianco.Noi siamo quelli della doppietta di Milito a Madrid, e siamo pure quelli che erano a Mosca a prendere 3 pere dopo l’esonero di Cuper. Siamo quelli che, sotto il diluvio, fuori dallo stadio, per un’oscenità della Lega Calcio, a Parma vincevano il tricolore. Siamo anche quelli che sono andati a Gelsenkirchen per salutare l’addio alla Champions nonostante il 2-5 casalingo contro lo Schalke, solo per dire grazie a tutta la squadra. Oppure quelli delle partite che nessun tifoso ricorderà mai, sparse per l’Italia e per l’Europa, perché non riempiono bacheche e non fanno scendere in piazza a festeggiare.  Il nostro sudore ed il nostro Amore c’è sempre. C’è sempre stato. Ed è l’unica cosa di cui andiamo orgogliosi, l’unica cosa che conta. Non ci compete essere la voce dell’Interista in assoluto. Non ci interessa. Noi non siamo ‘tutti gli interisti’, noi siamo, semplicemente: LA CURVA NORD. Moratti per noi, prima che il buono, il signore, la brava persona, è sempre stato il Presidente dell’Inter. E per questo l’abbiamo giudicato e sostenuto. Sappiamo bene che spesso siamo stati ‘ospiti indesiderati’ dell’universo Inter. La nostra voce, le nostre grida, non sempre si son trovate allineate al Moratti-pensiero. Ma non crediamo vi possa essere torto in questo. Anzi, il problema della gestione Moratti è sempre stata quella di contornarsi di adulatori/approfittatori. E da questo punto di partenza, l’Inter non è mai riuscita a crescere del tutto. Per stare all’Inter non era primario essere bravi dirigenti/giocatori/allenatori, ma bisognava trovarsi sempre in sintonia col Presidente. A costo di non avere un pensiero. Un applauso meschino spesso è valso più di un affettuoso rimprovero. Noi, quando nei nostri striscioni, scriviamo che abbiamo voluto bene a Moratti, è questo che intendiamo. Perché l’Inter per noi (e purtroppo, ci pare, quasi solo per noi) è una famiglia. Dove l’obiettivo è crescere, costruire, insieme. E’ confrontarsi, scontrarsi, ma sempre con spirito costruttivo. Per il bene della famiglia, non per fare bella figura noi. L’Inter viene prima di Noi, viene prima di Moratti. L’Inter è dei tifosi. Di chi la Ama, di chi la segue. Moratti, dall’interista medio (e non solo) che vive il calcio come piacevole condimento ad una vita (legittimamente) basata su altro, viene considerato alla stregua di un supereroe di una razza superiore al genere umano. Moratti viene idolatrato da quegli interisti che dimostrano il loro attaccamento alla maglia cambiando canale quando l’Inter va sotto. Quei tanti tifosi, che se a ottobre la stagione è già compromessa, congelano la passione e si prendono una bella pausa in attesa di una nuova speranza, che nasce dopo una primavera di dubbia bellezza. Quelli che sono nerazzurri sempre ma se lo ricordano quando alziamo la coppa dei Campioni nella notte dei Sogni realizzati.
Noi invece siamo quelli che ne han dette di tutti i colori a Moratti quando le cose non andavano bene (e calciopoli è un dato di fatto, ma non può essere una perenne attenuante, sarebbe poco onesto). Amando l’Inter, abbiamo voluto bene anche a lui. Ma l’Inter non l’abbiamo mai considerata il suo giocattolo, perché l’Inter è degli interisti. Quindi quando cacciava allenatori incolpevoli, quando coccolava giocatori viziati, gli abbiamo dato del pirla, dell’incapace. Come è inevitabile che sia, Moratti a capo dell’Inter si è -molto più di quel che sembra- comportato in maniera spesso ‘dittatoriale‘, anche se taciuto. Le decisioni spettavano a lui ed alle persone di fiducia di cui si è circondato, ma le colpe erano sempre di altri, mai sue. E gli esclusi finivano sempre nel dimenticatoio, vittime di una memoria congelata. E poi assistevamo stupefatti alla quasi non giudicabilità di un operato molto spesso confuso, imbarazzante, fumoso.
Lo abbiamo, 'morbidamente', più volte rimproverato insomma. Qualche volta ci ha ascoltato, spesso no. Come era nei suoi diritti. Quando la stampa lo chiamava signore, per poi trattarlo come un pirla, noi ci arrabbiavamo e non poco. Ci spiaceva per lui, per noi. Il nostro interesse è sempre stato il bene dell’Inter. Siamo stati vicini all’Inter, a lui come Presidente. Al fianco dell’Inter e di Moratti quando lo stadio era vuoto per i suoi/nostri fallimenti, attaccati alla maglia quando perdevamo partite su partite, lo stadio fischiava e noi incitavamo. Applausi, riconoscenza, stimolo. Noi siamo questo, e non pretendiamo essere altrimenti. Noi dell’Inter, della nostra passione per questi due colori, ne abbiamo fatto un impegno ed uno stile di vita. Spesso siamo “ingombranti”, a volte sicuramente poco opportuni, ma pur sempre genuini. Siamo quelli che pur non ricevendo un euro dalla Società, dedichiamo più tempo, a questi colori, di chiunque altro, giocatori compresi. Quando loro si allenano un paio di ore al giorno, noi ci ritroviamo la sera, dopo il nostro lavoro vero, per preparare lo spettacolo da portare sugli spalti; quando la squadra va con aerei di prima categoria nel posto più sperduto del mondo, noi- impiegandoci il quadruplo del tempo- con mezzi di fortuna ed all‘insegna di un estremo disagio, spendiamo i nostri soldi per essere lì in quei novanta minuti d’Amore, dove cerchiamo di trasmettere tutta la nostra passione a chi va in campo. Noi ci siamo sempre, e non riceviamo gli applausi di nessuno. Non ci interessa. Il nostro è un lavoro spesso sporco, silenzioso, in attesa di quell’ora e mezza settimanale dove dobbiamo dare tutto. Spessissimo veniamo criticati, giudicati e criminalizzati per quello che facciamo. La nostra posizione è arbitrariamente a volte intesa bene, altre male, a seconda della convenienza. Noi non godiamo di mediaticità, se non quando lo decidono altri. In base ad interessi più commerciali che calcistici. Viviamo su un piano non contiguo ai più, questo è solare; viviamo la totalità, non il contorno di giochi di potere da strapazzo. Nelle grandi stanze non ci è permesso entrare e ne stiamo volentieri alla larga. E’ per questo che non siamo corrotti e compromessi da e con nessuno. Siamo quello che siamo, così è, se vi pare. Altrimenti pace. Difetti ne abbiamo di certo una valanga, siamo pur sempre esseri umani, anche se le leggi speciali che gravano sui di noi, con le quali dobbiamo forzatamente convivere, parrebbero intendere il contrario. A volte ci dipingono come ottusi. In quanti, ‘veri tifosi interisti’, lo scorso anno ci rimproveravano di non contestare Moratti e la squadra? Tantissimi. Gli stessi che in questi giorni non si danno pace per il cambio di ‘Padrone’, erano i primi a volerne la testa solo pochi mesi fa.. Noi invece abbiamo lottato in continuazione per far sì che questa squadra e questa società, prima delle parole di circostanza e dei risultati, avessero un’Anima. Genuina, Semplice, Viva, a dimensione di tifoso.
La nostra memoria non è quella degli altri. Il nostro Incondizionato Amore, evidentemente, è differente. Ci incazziamo di più per una maglia rossa che non centra niente con la nostra storia, che per una sconfitta. Per noi è più importante che a fine partita i giocatori salutino il pubblico tutto (invece di correre negli spogliatoi), in forma di riconoscenza ed appartenenza, piuttosto che il gol di un singolo che magari manda cuoricini alla fidanzata di turno. Apprezziamo più un giocatore che da tutto per la maglia, magari senza essere il miglior giocatore al mondo, piuttosto che chi la getta per terra.
E sappiamo che nulla nasce dal caso, e che se al primo passaggio sbagliato si fischia un giocatore, di strada se ne farà sempre ben poca. Ci vuole un progetto, frutto dell’impegno di tutti. Questo, a prescindere dalla bacheca che si riempie o meno, chiediamo da sempre. E sempre chiederemo.
Noi questa squadra, indipendentemente da chi ne indossi la maglia, ce l’abbiamo dentro. Viscerali, giusti o sbagliati, rinchiusi in questo Splendido intramontabile Ardore.






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