martedì 28 febbraio 2012

Che succede ad Appiano Gentile?

C’era una volta un ragazzino di grande talento sbarcato a Milano con i suoi riccioli e la sua famiglia armato solo della sua simpatia e dei suoi piedi. Un 18enne che si è allenato (poco e male) non vedendo quasi mai il campo nonostante ogni volta che tocchi il manto verde cambi la squadra. Parliamo di un ragazzo giovane e sano, che non fa della forza fisica la sua dote migliore, ma che ha subito infortuni importanti dal punto di vista muscolare. Dopo 18 mesi di tribolazioni ha deciso di passare in Spagna dove si è ritrovato titolare in quattro partite su quattro, con 330 minuti giocati su 360,  con una serie di impressionanti voti in pagella. Ora sia lui che la squadra per cui sta giocando stanno pensando che forse è meglio non tornare ad Appiano. Ecco la breve cronistoria di Philippe Coutinho.
Possiamo poi parlare della storia di un altro ragazzo, anche lui molto giovane, ma al contrario di Coutinho dotato di un carattere forte e determinato al 100% a emergere, tanto da scegliere un prestito in Olanda piuttosto che la panchina. Tornato a vestire nerazzurro non ha più visto non solo il campo, ma neppure la panchina. Ha deciso di andare in prestito in serie B, per giocare, perché a 20 anni conta solo quello, altrimenti come si cresce. Risultato: titolare in sette partite su sette, 630 minuti giocati, zero gol presi. Anche Luca Caldirola non smania per tornare a vestire il nerazzurro. Strano, no?
Passiamo a due casi opposti. Da un lato quello di un prodotto del vivaio interista straniero, ma determinante per il Triplete del 2010, grazie alla sua applicazione tattica e al suo sacrificio. Un giocatore che sicuramente non è inferiore ai sostituti che siedono sulla panchina nerazzurra in questo momento. Quest’anno sembrava ormai un cinghiale: ha deciso di andarsene al Sud, dove si mangia meglio, ma ci si allena snche meglio, tanto che ha perso dieci chili ed è diventato il primo ricambio di un attacco di tutto rispetto. Il suo posto è stato preso da un attaccante italiano comprato per quasi venti milioni di euro che non segna ormai da più di un mese, trasformato da rapace capace di trasformare in gol ogni palla crossata in mezzo all’area, a pilone di marmo non in grado di girare in rete un pallone di testa solo sul limite dell’area piccola. Questa la storia di Pandev e Pazzini. 
Continuiamo con la storia del ragazzino capace di fare 15 gol in serie A olandese che a Milano gioca solo due partite in mezza stagione (in una segna anche il gol decisivo), scavalcato da giocatori che non sono in grado di fare uno stop a meno di dieci metri dal proprio piede. Perde la testa anche lui e si fa squalificare per 3 giornate. Questa la storia di Luc Castaignos.
E finiamo con Ricky Alvarez, strapagato ma in grado di giocare a calcio come nessuno dei nostri attuali centrocampisti sa fare (con qualche limite dal punto di vista della velocità di esecuzione) confinato da ormai un mese in tribuna per un misterioso infortunio. 
Si sente sempre più spesso dire “basta andare via dalla Pinetina e sono tutti più felici e giocano meglio, ci deve essere qualcosa ad Appiano”.
Questa purtroppo è la sensazione che abbiamo anche noi tifosi. Qualcosa non va dalle parti di Appiano. Ma forse è più di qualcosa. E non sono solo i giocatori. Ed è ora di sistemarla. Costi quello che costi.

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