lunedì 23 dicembre 2013

inter - milan 1-0

I ragazzi ci hanno fatto trovare un bel regalo sotto l'albero. Non sono i 3 punti, non è il bel gioco, non cambia la sostanza del nostro campionato.
Ma vincere un derby all'ultimo minuto e con davanti due settimane di sosta alla vigilia di Natale è bellissimo!!
AUGURONI A TUTTI PER UN SERENO NATALE E UN 2014 RICCO DI ... VITTORIE!!

....si vede chi ha vinto vero??

lunedì 16 dicembre 2013

Mercatino di Natale 2013

Dopo tanti preparativi e tanto lavoro finalmente i nostri sforzi sono stati ripagati. Sabato e Domenica si è svolto a Besnate il Mercatino di Natale ed è stato un successo. Complice il bel tempo e l'ottima organizzazione tantissima gente è accorsa nella piazza del Comune per partecipare agli eventi e mangiare in compagnia.
Noi dell'IC Besnate che eravamo presenti con  la degustazione di castagne, salsiccia e fagioli, frittelle e dolci vari abbiamo esaurito tutto quello che avevamo preparato.
Per me personalmente è stata un'esperienza nuova e bellissima. La preparazione della casetta, l'allestimento, i 70 chili di castagne tagliate e cotte, i visi dei bambini, i consigli degli anziani, il pranzo in compagnia con la fantastica salsiccia e fagioli della Carmen, lo scaldarsi intorno al braciere, la compagnia dei miei amici. Tutto fantastico .. a parte il risultato serale della nosta Inter e soprattutto i boys scout!!!
Tanta fatica ma ripagata del tutto.
Grazie di cuore a tutti quelli che mi hanno accompagnato in questa ennesima avventura.


la preparazione

la nostra bellissima casetta
...quanta gente ha partecipato!!

mercatino in notturna



i bimbi alle prese con la ruota taroccata della fortuna

75 chili di castagne !!!

...salsicciaaaa e fagioliiiii...grande Carmen!!

il pranzo della domenica


Buon Natale ragazzi.   Vi voglio bene.

martedì 10 dicembre 2013

Coerenza e orgoglio

Siamo all'indomani dell'ennesimo pareggio contro una squadra nettamente inferiore e cominciano ad essere tanti i punti persi per strada. Niente di nuovo. Il mercato assente o sbagliato e l'assenza di giocatori in grado di farti vincere le partite con una invenzione  sono le principali cause di questa ennesima stagione destinata all'anonimato. Non penso che a gennaio il nuovo proprietario spenderà più di tanto o che Milito riprenda a segnare valanghe di gol. Quindi godiamoci quell'ora e mezza che lo stadio riesce a regalarci al di la del risultato. L'ho sempre pensata così; forse la frequentazione della curva per tanti anni mi ha inculcato questa mentalità ed è proprio a loro che dedico questo post riportando fedelmente il comunicato della CURVA NORD letto allo stadio e pubblicato per rispondere alla solite polemiche gratuite scaturite all'indomani dell'esposizione degli striscioni dedicati all'addio di Moratti. Ancora una volta mi ritrovo pienamente nelle loro parole ... riga per riga.
Ecco il testo completo del volantino:


Per esplicitare una volta per tutte il contenuto degli striscioni di Inter-livorno riguardanti il nostro saluto al Presidente Moratti e per chiarire ancor di più il pensiero della Curva Nord al resto dei tifosi interisti, qui di seguito vi riportiamo il testo del volantino distribuito ieri pomeriggio in tutto lo stadio in occasione della partita contro la sampdoria:
L'INTER NEL CUORE...
Premessa: Per un giornalista, il calcio finisce per essere un’attività di mercato.
Per NOI, il calcio, il tifo, quella passione che nasce seguendo i nostri Amati colori..E’ VITA.
Ci dispiace "qualcuno abbia frainteso“. Siamo lieti di comunicare- magari non si era capito- che il signor Massimo Moratti è vivo e vegeto. Quello che mediaticamente viene definito come storico passaggio, un qualcosa di simile alla fine del mondo, altro non è che l’ingresso nell’Inter di una cordata indonesiana che si spera possa fare il bene della nostra Beneamata. Moratti c’è, rimane lui e la famiglia, con la sua quota corposa, ma non ha più la maggioranza assoluta. I capi adesso sono altri. Lui ne è compartecipe. Ci sono pure delle clausole, pare, dove se gli indonesiani non si comportassero adeguatamente, Moratti tornerebbe, da capo. Da padre, da padrone..come si preferisca. Insomma, si ricade, inevitabilmente, come sempre, sui punti di vista. Quindi Moratti c’è, non è passato a miglior vita e la sua ultima partita da Proprietario di maggioranza è stata da noi salutata con affetto e con uno striscione che ha raccontato un po’ gli alti e bassi di questi 18 lunghi ed emozionanti anni. Qualcuno ci ha rimproverato i troppi puntini sulle ‘I’, ci hanno suggerito che sarebbe bastato un semplice ‘Grazie’ o altre frasi ricche di enfasi ed effetto. Ma noi invece, abbiamo preferito continuare nel nostro essere schietti e sinceri. Quando Moratti lascerà l’Inter sarà il tempo di altre considerazioni, al momento cambia il ruolo. Sulla carta si defila, ma non necessariamente, anzi, attendiamo curiosi. E comunque quel lungo striscione da Noi esposto durante Inter - Livorno del 9 novembre 2013, che recita:

“Le gioie più grandi, le sofferenze più imbarazzanti..18 anni di presidenza racchiusi in quelle 12 domande. Spesso l’abbiamo attaccata, anche se mai l’abbiamo abbandonata..Nonostante tutto però qualcosa ci accomuna..l’Amore per l’Inter, innegabile..l’essere troppo tifoso che a volte è deleterio..Ora attendiamo curiosi. Ma intanto Grazie di tutto Presidente..se lo merita..in fondo le abbiamo voluto bene”

Quello striscione appunto esprime il nostro pensiero. Pensiero frutto di questi nostri anni al seguito della squadra. Costantemente a fianco.Noi siamo quelli della doppietta di Milito a Madrid, e siamo pure quelli che erano a Mosca a prendere 3 pere dopo l’esonero di Cuper. Siamo quelli che, sotto il diluvio, fuori dallo stadio, per un’oscenità della Lega Calcio, a Parma vincevano il tricolore. Siamo anche quelli che sono andati a Gelsenkirchen per salutare l’addio alla Champions nonostante il 2-5 casalingo contro lo Schalke, solo per dire grazie a tutta la squadra. Oppure quelli delle partite che nessun tifoso ricorderà mai, sparse per l’Italia e per l’Europa, perché non riempiono bacheche e non fanno scendere in piazza a festeggiare.  Il nostro sudore ed il nostro Amore c’è sempre. C’è sempre stato. Ed è l’unica cosa di cui andiamo orgogliosi, l’unica cosa che conta. Non ci compete essere la voce dell’Interista in assoluto. Non ci interessa. Noi non siamo ‘tutti gli interisti’, noi siamo, semplicemente: LA CURVA NORD. Moratti per noi, prima che il buono, il signore, la brava persona, è sempre stato il Presidente dell’Inter. E per questo l’abbiamo giudicato e sostenuto. Sappiamo bene che spesso siamo stati ‘ospiti indesiderati’ dell’universo Inter. La nostra voce, le nostre grida, non sempre si son trovate allineate al Moratti-pensiero. Ma non crediamo vi possa essere torto in questo. Anzi, il problema della gestione Moratti è sempre stata quella di contornarsi di adulatori/approfittatori. E da questo punto di partenza, l’Inter non è mai riuscita a crescere del tutto. Per stare all’Inter non era primario essere bravi dirigenti/giocatori/allenatori, ma bisognava trovarsi sempre in sintonia col Presidente. A costo di non avere un pensiero. Un applauso meschino spesso è valso più di un affettuoso rimprovero. Noi, quando nei nostri striscioni, scriviamo che abbiamo voluto bene a Moratti, è questo che intendiamo. Perché l’Inter per noi (e purtroppo, ci pare, quasi solo per noi) è una famiglia. Dove l’obiettivo è crescere, costruire, insieme. E’ confrontarsi, scontrarsi, ma sempre con spirito costruttivo. Per il bene della famiglia, non per fare bella figura noi. L’Inter viene prima di Noi, viene prima di Moratti. L’Inter è dei tifosi. Di chi la Ama, di chi la segue. Moratti, dall’interista medio (e non solo) che vive il calcio come piacevole condimento ad una vita (legittimamente) basata su altro, viene considerato alla stregua di un supereroe di una razza superiore al genere umano. Moratti viene idolatrato da quegli interisti che dimostrano il loro attaccamento alla maglia cambiando canale quando l’Inter va sotto. Quei tanti tifosi, che se a ottobre la stagione è già compromessa, congelano la passione e si prendono una bella pausa in attesa di una nuova speranza, che nasce dopo una primavera di dubbia bellezza. Quelli che sono nerazzurri sempre ma se lo ricordano quando alziamo la coppa dei Campioni nella notte dei Sogni realizzati.
Noi invece siamo quelli che ne han dette di tutti i colori a Moratti quando le cose non andavano bene (e calciopoli è un dato di fatto, ma non può essere una perenne attenuante, sarebbe poco onesto). Amando l’Inter, abbiamo voluto bene anche a lui. Ma l’Inter non l’abbiamo mai considerata il suo giocattolo, perché l’Inter è degli interisti. Quindi quando cacciava allenatori incolpevoli, quando coccolava giocatori viziati, gli abbiamo dato del pirla, dell’incapace. Come è inevitabile che sia, Moratti a capo dell’Inter si è -molto più di quel che sembra- comportato in maniera spesso ‘dittatoriale‘, anche se taciuto. Le decisioni spettavano a lui ed alle persone di fiducia di cui si è circondato, ma le colpe erano sempre di altri, mai sue. E gli esclusi finivano sempre nel dimenticatoio, vittime di una memoria congelata. E poi assistevamo stupefatti alla quasi non giudicabilità di un operato molto spesso confuso, imbarazzante, fumoso.
Lo abbiamo, 'morbidamente', più volte rimproverato insomma. Qualche volta ci ha ascoltato, spesso no. Come era nei suoi diritti. Quando la stampa lo chiamava signore, per poi trattarlo come un pirla, noi ci arrabbiavamo e non poco. Ci spiaceva per lui, per noi. Il nostro interesse è sempre stato il bene dell’Inter. Siamo stati vicini all’Inter, a lui come Presidente. Al fianco dell’Inter e di Moratti quando lo stadio era vuoto per i suoi/nostri fallimenti, attaccati alla maglia quando perdevamo partite su partite, lo stadio fischiava e noi incitavamo. Applausi, riconoscenza, stimolo. Noi siamo questo, e non pretendiamo essere altrimenti. Noi dell’Inter, della nostra passione per questi due colori, ne abbiamo fatto un impegno ed uno stile di vita. Spesso siamo “ingombranti”, a volte sicuramente poco opportuni, ma pur sempre genuini. Siamo quelli che pur non ricevendo un euro dalla Società, dedichiamo più tempo, a questi colori, di chiunque altro, giocatori compresi. Quando loro si allenano un paio di ore al giorno, noi ci ritroviamo la sera, dopo il nostro lavoro vero, per preparare lo spettacolo da portare sugli spalti; quando la squadra va con aerei di prima categoria nel posto più sperduto del mondo, noi- impiegandoci il quadruplo del tempo- con mezzi di fortuna ed all‘insegna di un estremo disagio, spendiamo i nostri soldi per essere lì in quei novanta minuti d’Amore, dove cerchiamo di trasmettere tutta la nostra passione a chi va in campo. Noi ci siamo sempre, e non riceviamo gli applausi di nessuno. Non ci interessa. Il nostro è un lavoro spesso sporco, silenzioso, in attesa di quell’ora e mezza settimanale dove dobbiamo dare tutto. Spessissimo veniamo criticati, giudicati e criminalizzati per quello che facciamo. La nostra posizione è arbitrariamente a volte intesa bene, altre male, a seconda della convenienza. Noi non godiamo di mediaticità, se non quando lo decidono altri. In base ad interessi più commerciali che calcistici. Viviamo su un piano non contiguo ai più, questo è solare; viviamo la totalità, non il contorno di giochi di potere da strapazzo. Nelle grandi stanze non ci è permesso entrare e ne stiamo volentieri alla larga. E’ per questo che non siamo corrotti e compromessi da e con nessuno. Siamo quello che siamo, così è, se vi pare. Altrimenti pace. Difetti ne abbiamo di certo una valanga, siamo pur sempre esseri umani, anche se le leggi speciali che gravano sui di noi, con le quali dobbiamo forzatamente convivere, parrebbero intendere il contrario. A volte ci dipingono come ottusi. In quanti, ‘veri tifosi interisti’, lo scorso anno ci rimproveravano di non contestare Moratti e la squadra? Tantissimi. Gli stessi che in questi giorni non si danno pace per il cambio di ‘Padrone’, erano i primi a volerne la testa solo pochi mesi fa.. Noi invece abbiamo lottato in continuazione per far sì che questa squadra e questa società, prima delle parole di circostanza e dei risultati, avessero un’Anima. Genuina, Semplice, Viva, a dimensione di tifoso.
La nostra memoria non è quella degli altri. Il nostro Incondizionato Amore, evidentemente, è differente. Ci incazziamo di più per una maglia rossa che non centra niente con la nostra storia, che per una sconfitta. Per noi è più importante che a fine partita i giocatori salutino il pubblico tutto (invece di correre negli spogliatoi), in forma di riconoscenza ed appartenenza, piuttosto che il gol di un singolo che magari manda cuoricini alla fidanzata di turno. Apprezziamo più un giocatore che da tutto per la maglia, magari senza essere il miglior giocatore al mondo, piuttosto che chi la getta per terra.
E sappiamo che nulla nasce dal caso, e che se al primo passaggio sbagliato si fischia un giocatore, di strada se ne farà sempre ben poca. Ci vuole un progetto, frutto dell’impegno di tutti. Questo, a prescindere dalla bacheca che si riempie o meno, chiediamo da sempre. E sempre chiederemo.
Noi questa squadra, indipendentemente da chi ne indossi la maglia, ce l’abbiamo dentro. Viscerali, giusti o sbagliati, rinchiusi in questo Splendido intramontabile Ardore.






giovedì 28 novembre 2013

bologna - inter 1-1



Sono almeno sei i punti persi per strada e questa è la  differenza tra le squadre come la nostra e quelle che lottano per il vertice e racimolano i tre punti anche quando non se lo meriterebbero. Sei punti che ci porterebbero quasi in cima alla classifica. Incredibile visto il divario tecnico che ci divide dalle prime tre.  Bergamo, Cagliari, Torino e Bologna forse sono anche 8 i punti persi per strada. 4 partite che se vinte nessuno avrebbe gridato allo scandalo anzi sarebbe stata la normalità visto l’andamento delle stesse. Forse solo a Bergamo il pari ci stava. Comunque va vene così. Siamo senza punte e con una squadra a cui Mazzarri sta tirando fuori il possibile e siamo a 2 punti dalla zona champions. Ci manca il killer instinct, siamo una buona squadra assemblata un po’ a caso, con qualche individualità e un solo giocatore in grado di farti vincere partite come quella di Bologna: Rodrigo Palacio. Non c’è nessun altro in grado di fare la differenza: Guarin fallisce a porta spalancata e tira da ogni angolo senza minimamente partecipare alla manovra, Alvarez deve giocare troppo lontano dalla porta per essere decisivo, Kovacic è un oggetto misterioso, Belfodil non è visto come titolare, Icardi è al mare a fottere la tipa di Maxi Lopez, Milito è già in pensione. E quindi? Quindi siam lì, con Mazzarri che cava sangue dalle rape, spera in un intervento deciso nel mercato di gennaio e nel frattempo galleggia a ridosso delle posizioni che contano, allunga la mano ma non tocca mai il podio e a volte sembra anche lui volersi complicare la vita, rinunciando a qualche rischio offensivo in più in tempo utile oppure ostinandosi a non invertire la posizione tra Guarin e Alvarez. Adesso arrivano due partite casalinghe consecutive, insidiose ma alla nostra portata, poi lo scontro diretto di Napoli e il derby, con la parentesi di coppa Italia. Sono quattro partite di campionato che ci accompagneranno verso il giro di boa: guardiamo solo al terzo posto perché noi siamo questo. Una squadra incompleta, un po’ ballerina ma viva. Ci serve una marcia in più nei momenti decisivi. Ci serve che quel pallone rotoli dietro la linea del portiere avversario una volta di più, costi quel che costi. E magari Thohir ci regalerà qualcosa nel  mercato invernale. Domenica sera sarà con noi nel tempio per la prima volta e magari l’emozione per i colori del cielo e della notte, nel gelo di un san siro illuminato a festa, gli farà aprire il cuore e il portafoglio.


martedì 19 novembre 2013

E.T. è sbarcato a Milano

Dopo un lunghissimo periodo di trattative, parole, invenzioni, retromarce cinesi, fax, mail, file di avvocati e bonifici milionari, è finalmente sbarcato tra noi il nuovo proprietario dell'F.C. Internazionale, Eric Thohir. Si era appena conclusa l'ultima partita prima dell'odiata sosta contro il Livorno, la peggiore forse dell'anno ma che ha segnato il ritorno atteso del capitano (non da me), i 3 punti che ci hanno permesso di recuperarne 4 in due giornate dalla prima in classifica e il freddo e coerente saluto della Nord al nostro Massimo Moratti. Non sapevo cosa aspettarmi da questo arrivo e ho voluto aspettare che si concludessero le vicende per commentarlo. Devo dire che l'impressione è stata ottima e non certo per le parole di circostanza ma per l'assoluta e perfetta organizzazione pianificata dai suoi collaboratori. Prima di tutto la decisione di essere lui il Presidente, poi la visita accurata e gli incontri con tutte le realtà neroazzurre con importanza particolare data a Inter Channel che sono sicuro diventerà molto più fondamentale per lo sviluppo del nostro marchio all'estero. L'incontro e le parole al miele con Mazzarri e la promessa di rinforzi mirati a gennaio. Le parole su Facchetti e il "chi non salta è rossonero" fatto a tre metri da noi presenti alla Pinetina; lo sbarco in Lega Calcio e gli incontri con Alfano, Maroni e Pisapia. Sarà una coincidenza ma in questi giorni sarà varato il decreto sugli stadi e gli appuntamenti politici risulteranno fondamentali. Idee chiare e concrete da parte di una persona che del businnes e con la comunicazione ha costruito un impero. Non comprerà Messi e Ronaldo ma si è posto l'obbiettivo di far tornare l'Inter tra le 10 squadre più importanti al mondo con un marchio da far espandere in tutto il pianeta e con i conti in ordine. Per dirla alla Mourinho ... lui non è un pirla e lo sta dimostrando. Anche i Presidenti di seria A se ne sono accorti in Lega ed hanno visto in lui un mezzo per avere più soldi dai diritti televisivi in oriente. Forse la bilancia si sposterà dalla nostra parte e torneremo a contare un po'. La conferma l'avremo quest'anno: se ci fanno tornare in champions vorrà dire che il vento sarà cambiato. La controprova l'avremo a maggio.  Per adesso benvenuto E.T. e grazie di tutto Massimo. Hai fatto diventare maggiorenne la nostra bambina e adesso è giusto che prenda la sua strada. Noi saremo sempre li ad accudirla come un bene prezioso perchè Lei è stata e sempre sarà la NOSTRA creatura.



martedì 5 novembre 2013

udinese - inter 0-3

Ero convinto che l'Udinese avrebbe vinto facile e invece li abbiamo asfaltati. E’ il bello del calcio. Ho sempre considerato Udine un campo molto ostico e invece se andiamo a vedere nelle precedenti dieci visite al Friuli avevamo perso solo in due occasioni, e vinto in quattro. Quindi forse ci si ricorda più delle sconfitte che delle vittorie, anche se lo scorso anno tra andata e ritorno ne abbiamo presi 8 e in entrambi i casi io e miei compagni di sventura siamo usciti anzitempo dallo stadio … cosa molto rara se non unica. Chi c’era si ricorderà. Comunque non è mai banale vincere così, con autorità, in trasferta, su un campo oggettivamente difficile, sotto la pioggia e con il presunto macigno delle tre trasferte precedenti, quelle in cui siamo andati avanti per poi farci raggiungere con una regolarità che stava diventando preoccupante. Oggi ci è riuscito quasi tutto, segno che sono i dettagli a cambiare le stagioni. Un'Inter come quella di oggi si era vista anche a Cagliari, Torino (segnare tre gol in 10no è da tutti) e  Bergamo. Mazzari questa  volta non ha sbagliato nulla e ha rimesso in panchina il bambino spostando il Guaro dietro le punte. Alvarez e Palacio hanno fatto a pezzi la loro difesa e Taider ha finalmente fatto vedere quanto ci serve in mezzo al campo un giocatore di rottura. Ora l'importante è ripetersi. Abbiamo perso un paio di punti per strada, come minimo. Ma ci sta. L'anomalia di questo campionato e chi ci sta sopra con tre squadre che viaggiano a mille. Eravamo da 6° - 8° posto dai pronostici e siamo quarti con 10 punti in più dei bi retrocessi alle prese con la bambina svogliata che gioca a fare la manager e che starebbe per far fuori l’uomo con la cravatta e i denti gialli. Se penso che è la stessa che impedì lo scambio Tevez- Pato abbiamo di che rallegrarci!
Sabato arriva il Livorno dei nostri baby. Asfaltiamo anche loro e poi purtroppo aspettiamo che la pausa delle nazionali passi in fretta. Sono curioso di vedere se Campagnaro risponderà alla convocazione e soprattutto se riuscirò ad incontrare Thohir in giro per Milano. Devo chiedergli se oltre a Ventola, Martins e Fresi si ricorda anche di Piraccini, Orlando e Pancev. E poi una dritta su dove posso trovare le camice che indossa perché spaccano di brutto.  Quest’uomo comincia a piacermi

mercoledì 30 ottobre 2013

atalanta - inter 1-1



Nelle ultime 5 ne abbiamo vinta una e abbiamo avuto 3 pareggi in trasferta contro squadre di bassa classifica. Abbiamo 5 punti in meno della scorsa stagione e domenica ci aspetta la bestia nera Udinese mentre la scorsa stagione andammo a Torino ad espugnare lo stadio dei gobbi. Sappiamo come finì il campionato scorso quindi facciamo i debiti scongiuri.
Questa Inter mi ricorda tanto la prima Inter di Mancini.
Non veniva messa sotto da nessuno, ma allo stesso tempo non riusciva a vincere le partite proprio per clamorosi cali di tensione e mancanza di personalità. Il primo anno fece record di pareggi se non ricordo male. Non credo che sia una, due o tre punte che fanno la differenza, infatti di gol ne realizziamo anche tanti, ma il modo in cui la squadra copre il campo che lascia perplessi. La Roma insegna. Si difendono in 11 ma poi tutta la squadra parte a razzo e rientra senza lasciar scoperto nessun reparto. In più a questa squadra manca il giocatore in grado di fare il passaggio filtrante che ti mette l’uomo solo davanti al portiere. Ieri Icardi ha fatto dei movimenti strepitosi per dettare il passaggio, ma questi sono arrivati con quel pizzico di ritardo che lo metteva in fuorigioco. L’Inter di Mou arrivava in porta con due passaggi, a questa ne servono almeno una dozzina. Risultato? Difese avversarie pronte e rischi di contropiedi micidiali. Guarin ha problemi di suo e pensare che viene da una squadra in cui era il perno di un centrocampo a 3, tanto il medianaccio lo faceva Fernando. Però ci stia mettendo molto di suo per non migliorare il rendimento; ha 27 anni, è un nazionale e non viene da una squadretta di periferia, un po’ di impegno personale sarebbe doveroso.
Alvarez cos’è, una mezzala o un trequartista? Ora sta facendo bene, ma se ci fosse Milito o Icardi in pianta stabile, dove lo piazzi facendo giocare contemporaneamente Guarin e Kovacic?
Dietro, Campagnaro ok, Samuel il centrale di una difesa a 3 o a 4 è uguale (anche se il centrale di una difesa a 3 dovrebbe avere maggiore capacità di impostazione), JJ è giovane, può imparare e il centrale di sx a 3 lo può fare e infatti lo fa, i suoi sono errori “di testa” più che altro. Chi non sembra centrare nulla con una difesa a 3 è Ranocchia e anche Rolando forse da il meglio da centrale in una a 4 anche se fino ad ora si sta comportando diligentemente.
Gli esterni di centrocampo Nagatomo e Jhonny quelli sono con qualsiasi modulo, l’importante è non riportarli esterni bassi perché lacunosi in fase difensiva.
Ci sono egli equivoci tattici? Ok è vero e rispondono al nome di Guarin e Kovacic. Quest’ultimo è visto in una posizione da tutto il mondo Inter tranne che dall’allenatore ... avrà le sue ragioni.
Secondo me c’è troppa gente che è lenta sia di piede che di testa. Si cerca sempre quel tocco in più e la qualità non si inventa. Inoltre a vedere le formazioni sempre titolari gli uomini che ci sono costati di più in estate partono regolarmente dalla panchina.
Adesso arriva Udine e avremo probabilmente il solo Palacio disponibile in attacco. Che il Dio del pallone lo preservi altrimenti a Mazzarri potrebbe venire davvero un infarto.  


martedì 22 ottobre 2013

torino - inter 3-3



Come col Cagliari anche e Torino il risultato finisce in  parità e con l’amarezza per il finale, con un gol abbastanza casuale subito negli ultimi minuti della partita, ma anche la conferma che la rosa dell’Inter  non è pronta né attrezzata per lottare per il podio del campionato. Rispetto a Cagliari però la partita è stata completamente diversa: tanto avevamo dominato gli avversari allora, sprecando molte occasioni da rete, tanto abbiamo sofferto ieri sera, con un inizio pessimo e  in inferiorità numerica per 85 minuti. Eppure ci siamo trovati addirittura in vantaggio grazie ad una prova di ritrovato carattere, senza mai scollegarci mentalmente dalla partita e osando di più nella ripresa con la mossa Belfodil tra centrocampo e attacco. Ha funzionato fino all’incredibile punizione di Bellomo al 90′. Resta l’amaro in bocca, forse più per la classifica che per quanto visto. Abbiamo  una squadra che non molla, che ha le palle, e almeno queste considerazioni portiamole a casa. Prima o poi avremo anche un po' di culo, perchè questo ci manca in maniera manifesta, quasi fastidiosa. Se davvero le ruote devono girare per tutti, prima o poi vinceremo partite di solo culo. Quello che non voglio vedere è la solita società piangina che manda Branca davanti ai microfoni a non sapere che cazzo dire mentre l’allenatore si rifiuta di parlare. Nella prima domenica virtuale dell'era Thohir non andiamo alla conferenza stampa, piangiamo, protesticchiamo, anzi no, puntualizziamo? Per favore, mai più. Con Thohir che dall'Indonesia manda messaggini a Moratti tipo due quindicenni,  e poi fa sapere che ci è rimasto male? Dio mio, no, vi prego, raddrizzate la schiena, metteteci la faccia. Se poi ci danno dei piangina non cerchiamo scusanti. Le proteste si fanno in maniera diversa e questo spero che l’indonesiano lo impari in fretta anche perché il vento sta cambiando velocemente e l’aria che tira sembra portare verso una sorta di ridicolizzazione dell’operato di Thohir e dei suoi soci.   Strane interviste, piccoli sorrisini già circolano nei salotti importanti televisivi. Noi tifosi stiamo portando una pazienza infinita ma questa volta saremo pronti a tirar fuori le unghie per difendere l’immagine dell’Inter e dei nostri colori. Sabato arriva il Verona e sarà una bella partita. Sarà la nona giornata e i gialloblù sono già davanti a noi in classifica. Abbiamo perso troppi punti nelle ultime tre giornate ed è ora di ricominciare a vincere. Come non importa.