mercoledì 30 ottobre 2013

atalanta - inter 1-1



Nelle ultime 5 ne abbiamo vinta una e abbiamo avuto 3 pareggi in trasferta contro squadre di bassa classifica. Abbiamo 5 punti in meno della scorsa stagione e domenica ci aspetta la bestia nera Udinese mentre la scorsa stagione andammo a Torino ad espugnare lo stadio dei gobbi. Sappiamo come finì il campionato scorso quindi facciamo i debiti scongiuri.
Questa Inter mi ricorda tanto la prima Inter di Mancini.
Non veniva messa sotto da nessuno, ma allo stesso tempo non riusciva a vincere le partite proprio per clamorosi cali di tensione e mancanza di personalità. Il primo anno fece record di pareggi se non ricordo male. Non credo che sia una, due o tre punte che fanno la differenza, infatti di gol ne realizziamo anche tanti, ma il modo in cui la squadra copre il campo che lascia perplessi. La Roma insegna. Si difendono in 11 ma poi tutta la squadra parte a razzo e rientra senza lasciar scoperto nessun reparto. In più a questa squadra manca il giocatore in grado di fare il passaggio filtrante che ti mette l’uomo solo davanti al portiere. Ieri Icardi ha fatto dei movimenti strepitosi per dettare il passaggio, ma questi sono arrivati con quel pizzico di ritardo che lo metteva in fuorigioco. L’Inter di Mou arrivava in porta con due passaggi, a questa ne servono almeno una dozzina. Risultato? Difese avversarie pronte e rischi di contropiedi micidiali. Guarin ha problemi di suo e pensare che viene da una squadra in cui era il perno di un centrocampo a 3, tanto il medianaccio lo faceva Fernando. Però ci stia mettendo molto di suo per non migliorare il rendimento; ha 27 anni, è un nazionale e non viene da una squadretta di periferia, un po’ di impegno personale sarebbe doveroso.
Alvarez cos’è, una mezzala o un trequartista? Ora sta facendo bene, ma se ci fosse Milito o Icardi in pianta stabile, dove lo piazzi facendo giocare contemporaneamente Guarin e Kovacic?
Dietro, Campagnaro ok, Samuel il centrale di una difesa a 3 o a 4 è uguale (anche se il centrale di una difesa a 3 dovrebbe avere maggiore capacità di impostazione), JJ è giovane, può imparare e il centrale di sx a 3 lo può fare e infatti lo fa, i suoi sono errori “di testa” più che altro. Chi non sembra centrare nulla con una difesa a 3 è Ranocchia e anche Rolando forse da il meglio da centrale in una a 4 anche se fino ad ora si sta comportando diligentemente.
Gli esterni di centrocampo Nagatomo e Jhonny quelli sono con qualsiasi modulo, l’importante è non riportarli esterni bassi perché lacunosi in fase difensiva.
Ci sono egli equivoci tattici? Ok è vero e rispondono al nome di Guarin e Kovacic. Quest’ultimo è visto in una posizione da tutto il mondo Inter tranne che dall’allenatore ... avrà le sue ragioni.
Secondo me c’è troppa gente che è lenta sia di piede che di testa. Si cerca sempre quel tocco in più e la qualità non si inventa. Inoltre a vedere le formazioni sempre titolari gli uomini che ci sono costati di più in estate partono regolarmente dalla panchina.
Adesso arriva Udine e avremo probabilmente il solo Palacio disponibile in attacco. Che il Dio del pallone lo preservi altrimenti a Mazzarri potrebbe venire davvero un infarto.  


martedì 22 ottobre 2013

torino - inter 3-3



Come col Cagliari anche e Torino il risultato finisce in  parità e con l’amarezza per il finale, con un gol abbastanza casuale subito negli ultimi minuti della partita, ma anche la conferma che la rosa dell’Inter  non è pronta né attrezzata per lottare per il podio del campionato. Rispetto a Cagliari però la partita è stata completamente diversa: tanto avevamo dominato gli avversari allora, sprecando molte occasioni da rete, tanto abbiamo sofferto ieri sera, con un inizio pessimo e  in inferiorità numerica per 85 minuti. Eppure ci siamo trovati addirittura in vantaggio grazie ad una prova di ritrovato carattere, senza mai scollegarci mentalmente dalla partita e osando di più nella ripresa con la mossa Belfodil tra centrocampo e attacco. Ha funzionato fino all’incredibile punizione di Bellomo al 90′. Resta l’amaro in bocca, forse più per la classifica che per quanto visto. Abbiamo  una squadra che non molla, che ha le palle, e almeno queste considerazioni portiamole a casa. Prima o poi avremo anche un po' di culo, perchè questo ci manca in maniera manifesta, quasi fastidiosa. Se davvero le ruote devono girare per tutti, prima o poi vinceremo partite di solo culo. Quello che non voglio vedere è la solita società piangina che manda Branca davanti ai microfoni a non sapere che cazzo dire mentre l’allenatore si rifiuta di parlare. Nella prima domenica virtuale dell'era Thohir non andiamo alla conferenza stampa, piangiamo, protesticchiamo, anzi no, puntualizziamo? Per favore, mai più. Con Thohir che dall'Indonesia manda messaggini a Moratti tipo due quindicenni,  e poi fa sapere che ci è rimasto male? Dio mio, no, vi prego, raddrizzate la schiena, metteteci la faccia. Se poi ci danno dei piangina non cerchiamo scusanti. Le proteste si fanno in maniera diversa e questo spero che l’indonesiano lo impari in fretta anche perché il vento sta cambiando velocemente e l’aria che tira sembra portare verso una sorta di ridicolizzazione dell’operato di Thohir e dei suoi soci.   Strane interviste, piccoli sorrisini già circolano nei salotti importanti televisivi. Noi tifosi stiamo portando una pazienza infinita ma questa volta saremo pronti a tirar fuori le unghie per difendere l’immagine dell’Inter e dei nostri colori. Sabato arriva il Verona e sarà una bella partita. Sarà la nona giornata e i gialloblù sono già davanti a noi in classifica. Abbiamo perso troppi punti nelle ultime tre giornate ed è ora di ricominciare a vincere. Come non importa.



martedì 15 ottobre 2013

15 ottobre 2013 ... Una data storica



Si chiude una lunga era, 18 anni di Moratti e se ne apre un’altra, probabilmente di durata inferiore, forse meno vincente, sicuramente più legata ai freddi numeri del bilancio e dei risultati, ma a questo punto inevitabile. Inevitabile se si vuole avere un ruolo, una ambizione nel nuovo grande calcio. Al di là della necessaria transizione, sarà uno shock, positivo per alcuni aspetti e negativo per altri, vivere un cambiamento epocale di queste dimensioni perchè, sebbene riguardi un club Internazionale nel nome e nella sua nascita, Massimo si è identificato totalmente nell’Inter, derogando poco o nulla ai vari dirigenti di cui si è circondato (non sempre scelti tra quelli più bravi, ma tra quelli più fedeli e amici).  Per 18 anni abbiamo parlato dell’Inter di Moratti, ora sarà solo l’Inter e basta perchè  le azioni saranno frazionate, forse ci sarà anche la quotazione in Borsa, i padroni saranno spesso lontani e ognuno sarà giudicato per quel che farà. Quella splendida, bizzarra, intrigante,  ragazza nerazzurra camminerà da sola senza l’aiuto di uno dei genitori, a cui comunque va il ringraziamento per come ci ha educati e guidati nella crescita. Parliamoci chiaro se il nuovo management raddrizza la situazione sono dei fenomeni, roba da affidargli in mano l’economia mondiale. Squadra senza stelle unita a un bilancio che non consente investimenti, questa è l’eredità lasciata dalla nostra meravigliosa dirigenza. Francamente non vedo come possa uscirne bene, molto concretamente ci vorrebbe una gran botta di culo e sicuramente parecchio tempo. Thohir lavora da sempre nei mass media e nelle comunicazioni, mi aspetto almeno un deciso miglioramento sotto questo profilo. Ringrazio Moratti per il fatto di averci fatto distinguere dai diversamente milanesi e dai ladri di professione, per l’estraneità a calciopoli, per Inter Campus nel mondo, di cui tutti dovremmo andare fieri, per il triplete magnifico ed irripetibile, per i suoi errori e per il coraggio di lasciare in mani sicure F.C. Internazionale. L’abbiamo visto sul campo della Pinetina, sempre presente a dare i suoi consigli garbati, a stringere mani, a tirare calci al pallone. Abbiamo colto i suoi gesti dalla tribuna d’onore del Meazza, la stizza per un gol mancato, la rabbia anche a volte plateale, per una decisione arbitrale così così, la gioia incontenibile per le vittorie, l’amarezza per le sconfitte, a fianco il figlio Angelo e la moglie Milly, mai senza la sciarpa al collo con i colori tanto amati. Grazie Massimo … grazie di tutto ma adesso si apre una nuova era e i 160 milioni di tifosi sparsi nel modo hanno voglia di ricominciare a sognare.


I comunicati:
·        Penso che la storia dell’Inter si arricchisca di una nuova stagione, grazie ai nostri partner internazionali che, sono certo, contribuiranno alla continuità di successi. L’entusiasmo e il pragmatismo dei nuovi soci sono certamente una garanzia per il futuro’ ha dichiaratoMassimo Moratti. ‘Auguro a Erick, Rosan e Handy di aggiungere altre vittorie ai nostri amati colori, con la fiducia e l’amicizia dei nostri fantastici tifosi. La mia famiglia ed io continueremo a vivere questa straordinaria avventura insieme a Erick, Rosan e Handy, con la stessa dedizione e l’affetto che ci legano all’Inter e agli Interisti’.
·        Oggi è davvero un giorno speciale. Sono onorato che Massimo Moratti mi abbia affidato la responsabilità di guidare l’Inter in un nuovo capitolo della sua storia, e sono molto felice per il fatto che continuerà ad essere presente come mio partner. Il lavoro fatto dalla Famiglia Moratti, dalla Grande Inter di Angelo al Triplete di Massimo, ha reso l’Inter uno dei club più rispettati al mondo, per il suo valore in campo, e per il suo impegno socialeha dichiarato Erick Thohir. ‘Sono un imprenditore, ma prima ancora un tifoso e un amante dello sport. Non vedo l’ora di mettere la nostra passione e la nostra esperienza internazionale al servizio di questo fantastico Club e dei suoi tifosi’.

Non vedo l'ora di rivedere Piazza Duomo così ...

lunedì 7 ottobre 2013

inter - roma 0-3



Fare psicodrammi alla prima sconfitta, tra l’altro contro la prima in classifica, mi sembra eccessivo. Non so chi di noi possa aver pensato che avremmo lottato per lo scudetto.
Non dimentichiamo che quando siamo partiti questa squadra era da 6°/7° posto. E’ La squadra che lo scorso anno è arrivata nona, con pochi innesti importanti. In un mese di campionato abbiamo dimostrato di poter lottare per un posto più importante, abbiamo colmato il gap con Fiorentina e Milan ad esempio, ed è già un buon risultato. Nelle prime sette abbiamo già incontrato Roma, Juve e Viola ed abbiamo 14 punti. Stiamo ricostruendo e non dobbiamo esaltarci per una vittoria ne abbatterci per un sconfitta, anche se pesante.
Sinceramente sabato non si è vista tutta questa differenza ed il risultato è molto falsato.
Abbiamo preso tre gol su azioni in cui noi avevamo il possesso palla. L’assenza del comandante Hugo è stata pesantissima. Ranocchia e Jesus  forse non avrebbero fatto quegli errori con lui in campo.
Poi  le cose ci girano pure male. A Trieste la palla finisce sullo stinco di Rolando e fanno gol. Sabato  Guarin aveva pareggiato, peccato che poi la palla si stampata sul palo interno. Il rigore contro è una decisione sfortunata. Ma va bene così, io sono d’accordo con quello che ha detto Mazzarri. Non mi illudo quando battiamo la fiore, non mi dispero quando perdiamo con la Roma.
Sabato abbiamo giocato contro una squadra a noi superiore in questo momento come impianto di gioco e soluzioni per far male. Unico speranza forse è che Mazzarri trovi la quadra per far giocare Icardi (o Milito) assieme a Palacio dal 1° minuto. Fare sempre gli stessi cambi a partita in corso non sempre paga.
Adesso dopo la sosta avremo 8 partite con la parte destra della classifica: torino, verona,  atalanta, udinese, livorno, bologna, samp e parma, 4 in casa e 4 fuori. Poi il trittico napoli, milan, lazio prima della chiusura col chievo. Abbiamo oggettivamente 8 partite non impossibili. Sarà fondamentale tirare su più punti possibili per arrivare coperti prima di napoli e derby. E’ in questa fase della stagione, e pure nel ritorno, quando queste partite saranno tra marzo e aprile, che sarà importante la condizione psicofisica, la gestione delle energie in base agli impegni e la forma del gruppo.
Rispetto alla scorsa stagione abbiamo 1 punto in meno (dopo 7 giornate, l'Inter di Strama aveva fatto 15 punti) e sappiamo come è andata a finire. Di nuovo, a darmi un po’ più di sicurezza, solo il mister. 
 Forza ragazzi!


martedì 1 ottobre 2013

cagliari - inter 1-1



Aveva ragione Mazzarri alla vigilia ad alzare la guardia sulla stanchezza della rosa  sull’assurdità di far giocare una partita al giovedì sera e la successiva alla domenica pomeriggio. Per di più abbiamo giocato su un campo reso pesante dalla pioggia e al limite della praticabilità.
A sorpresa il mister inizia la partita con un largo turnover e lascia fuori Campagnaro, Jonathan, Taider e Palacio, dentro Pereira, Belfodil, Kovacic e Rolando. Il risultato pare non cambiare. Ce la siamo giocata sempre molto bene e fino a quando la stanchezza non si è fatta sentire il pallino lo abbiamo tenuto noi. Il primo tempo si è chiuso sullo 0 a 0 ma Agazzi ha salvato più volte il risultato. Nel secondo dopo il cambio Icardi – Alvarez avevamo l’attacco più giovane della serie A … 60 anni in tre e visto in prospettiva la cosa può solo far ben sperare. Ma ci è voluto Palacio per far vedere la differenza tra un giocatore di prospettiva e un campione fatto e finito. Il suo ingresso ha rivoluzionato l’incontro e ci ha permesso di passare meritatamente in vantaggio. Troppo presto però: passano 8 minuti in cui l’Inter cala di ritmo e intensità fino a quando Nainggolan, colpevolmente lasciato solo, ha tutto il tempo per aggiustarsi un pallone al limite dell’area e scaricare un destro che, complice una sfortunata deviazione di Rolando, si infila alle spalle di Handanovic per il più ingiusto dei pareggi.
L’Inter cerca la reazione a testa bassa prima con una magia di Palacio (sombrero, giravolta e sinistro al volo nel cuore dell’area: sarebbe venuto giù San Siro anche se si giocava a Trieste) e poi addirittura con l’ingresso in campo di Milito per un sempre più convincente Ranocchia. Il risultato però non cambia e, subito dopo un’enorme mischia in area cagliaritana in cui vengono neutralizzati i tentativi di Icardi, Palacio, Cambiasso e Milito e subito dopo un corner concluso con un “fallo di confusione” in perfetto Rocchi-style, arriva il fischio finale.
E’ 1-1 a Trieste con una buona Inter che, nonostante tutte le avversità (turnover, scarso recupero, campo impraticabile..) mette in campo la solita grinta e la solita concentrazione, e non riesce a portare a casa i tre punti per i più classici degli episodi. Due punti buttati, sento dire in giro, o forse due punti che ci tolgono un po’ di pressione di dosso e ci permettono di iniziare a fare il nostro campionato, a fari spenti e senza proclami. Come detto sin da agosto non solo la lotta per lo scudetto, ma anche quella per il terzo posto sembra un mezzo miracolo per quest’anno.
Sabato sera arriva a San Siro la sorprendente Roma di Garcia e Mazzarri si troverà davanti un suo simile visto come il francese ha impostato la sua squadra. Possiamo ripetere le belle prestazioni contro Juve e Fiorentina, possiamo fare male alla loro difesa con la consapevolezza che loro hanno disponibilità e possibilità che oggi noi non abbiamo perchè impegnati a cambiare proprietà o perchè non abbiamo saputo scovare e vendere talenti come ha fatto Sabatini. Siamo sfavoriti, ma senza il flipper precedente al gol di Vidal e senza la deviazione di Rolando sul tiro di Nainggolan, saremmo a pari punti in classifica. Sono loro stavolta a dover gestire pressioni ed aspettative. Godiamoci quindi lo spettacolo.